#265 - 13 giugno 2020
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archeologia

Oderzo (Treviso) - Palazzo Foscolo e Museo Archeologico Eno Bellis

L'anima delle cose

Riti e corredi dalla necropoli romana di Opitergium

(mostra prolungata)

Sei secoli di storia, dal I al VI d.C., raccontati in un viaggio attraverso reperti inediti, alla scoperta dell’antica Opitergium e dei suoi abitanti.

Ave lento viaggiatore, ti saluta Phoebe, schiava di Manilio, figlia di Tito: io che ottenni meritatamente ricompense pari ai compiti assolti

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Phoebe è una degli abitanti della romana Opitergium, di cui la mostra a Palazzo Foscolo e al Museo Archeologico Eno Bellis, saprà risvegliare la memoria.
Il suo ricordo riemerge nelle parole scolpite nella stele a lei dedicata risalente al I secolo d.C., che conserva i volti di tre personaggi, due donne e un uomo, sullo sfondo di una grande conchiglia; così come il bellissimo cavallino in terracotta, dotato di ruote per il traino, rinvenuto in una tomba di fine II-III secolo d.C., narra di un bambino e dei suoi giochi infantili.

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Personaggi, consuetudini, lo spaccato di una società attraverso i secoli; il mondo dei vivi che riemerge dalla città dei morti, grazie all’esposizione promossa e organizzata dalla Fondazione Oderzo Cultura in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica,Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova, Treviso e con il Polo Museale del Veneto.

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Una mostra, “L’anima delle cose. Riti e corredi dalla necropoli romana di Opitergium”, che per la prima volta presenta al pubblico, in una visione d’insieme, alcuni tra i corredi più belli e significativi rinvenuti grazie alle indagini archeologiche che, a partire dagli anni Ottanta, hanno interessato il centro di Oderzo, portando alla luce importanti evidenze dell’antica città romana e rivelando il glorioso passato dell’abitato.

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                    email: fondazione@oderzocultura.it
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