"Chiamati a costruire insieme dei ponti”.
Piacenza
Casa Madre dei Missionari Scalabriniani
Museo dell'emigrazione
L’Emigrato" diventa "Scalabriniani",
ma il bagaglio di un secolo non andrà perduto.
E' stato inaugurato il nuovo Museo dell’Emigrazione Giovanni Battista Scalabrini, o più semplicemente Museo Emigrazione Scalabrini (abbreviato MES).
Si tratta di un percorso multimediale composto da quattro sale che documentano in vario modo la storia dell’emigrazione italiana dal 1876 ad oggi, in particolare quella piacentina ed emiliano-romagnola.
Il MES si trova nella Casa Madre dei missionari scalabriniani (vi si accede dal chiostro) e va ad aggiungersi al Museo Scalabrini, che se ne differenzia perché raccoglie per lo più donazioni fatte al beato vescovo e fondatore della congregazione scalabriniana in occasione del suo giubileo episcopale, nel 1901.
Alla presentazione è intervenuto anche monsignor Gianni Ambrosio, vescovo della diocesi di Piacenza-Bobbio. «Oggi più che mai siamo chiamati a costruire insieme dei ponti, continuando la missione che stava così tanto a cuore a monsignor Scalabrini» ha dichiarato il vescovo, che ha anche tagliato il nastro inaugurando ufficialmente il MES. «Credo che questo museo possa aiutarci ad aprire mente e cuore affinché si lavori nella giusta direzione per dare vita a collegamenti e a luoghi di interscambio: mi auguro che anche papa Francesco, così attento sul tema, possa venire in futuro a visitare questo luogo».
Nel museo il visitatore ripercorre le fasi dell’esperienza migratoria, dalla partenza fino alle difficoltà incontrate a inserirsi in un paese straniero, grazie a un racconto emozionale fatto di immagini, video e suoni ideato e realizzato da Twin Studio, che ha creato il marchio del MES ispirandosi ai timbro del visto rilasciato sui passaporti. Il MES è promosso dagli scalabriniani (coinvolta anche con la Fondazione Centro Studi Emigrazione di Roma – CSER) con il contributo di Fondazione Migrantes e Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Tra gli ospiti dell'inaugurazione del MES, moderato da padre Gaetano Parolin, missionario scalabriniano e tra gli ideatori dell’iniziativa, anche padre Gianni Borin (vicario generale della congregazione scalabriniana), Massimo Toscani (presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano), Manuel Ferrari (architetto responsabile dell’Ufficio Beni Culturali della diocesi e curatore dell’allestimento, che ha sottolineato il ruolo del museo come narratore immersivo del fenomeno migratorio per i giovani), Elena Pedrazzini (direttrice di Twin Studio Milano) e padre Lorenzo Prencipe (presidente CSER).
Padre Prencipe: “Un’opportunità di rileggere il grande viaggio emigratorio italiano”.
«Si tratta di un’opportunità, per i visitatori, soprattutto giovani studenti, di rileggere il grande viaggio emigratorio italiano che in oltre 150 anni ha portato quasi 30 milioni di connazionali sulle strade del mondo – ha detto padre Prencipe nel suo intervento – migranti economici certo, ma anche esuli politici nel periodo fascista di riappropriarsi della memoria per poter far camminare insieme: passato, presente e futuro...
Le sale del MES ricostruiscono il viaggio degli emigrati dalla partenza all'arrivo nel paese straniero. Molte le testimonianze presenti.
Se questi esempi, articolati nel percorso museale multimediale offerti dal MES, saranno utili a svelenire l’attuale clima con cui si parla e si considera i migranti, è probabile che anche il nostro presente e il nostro futuro migratorio possano diventare “tempi” di positiva convivenza tra persone di diverse origini e tradizioni, nel rispetto e riconoscimento reciproco.
Il percorso inizia con la sala circolare che raccoglie i documenti d’archivio della Casa Madre, e che offre la ricostruzione di una stanza delle case rurali tipiche del piacentino. Si passa poi a conoscere la nave Giulio Cesare, il transatlantico tra i più veloci del suo tempo, di cui è visibile un modello in grande scala e la ricostruzione di un angolo della terza classe.
La sezione Gli italiani nel mondo e la visione di Scalabrini segna il passaggio alla terza sala, interamente dedicata al Fondatore della congregazione scalabriniana, dove un ologramma del beato vescovo racconta la sua visione del fenomeno migratorio.
Ultima sala, quella dedicata alle migrazioni di oggi e agli immigrati giunti a Piacenza negli ultimi venti anni.
Padre Gabriele Beltrami, direttore dell’Ufficio Comunicazione Scalabriniani (UCoS), ha realizzato un video di presentazione del percorso offerto dalle quattro sale del MES.
Per info e prenotazioni: museoscalabrini@gmail.com