Un invito da Viaggio Fotografico
Conoscere uomini e luoghi altri
Samarcanda, Navruz e Lago Aral lungo la Via della Seta
Un viaggio etnico, tra gente ancora vestita in abiti tradizionali,
il fascino dei pescherecci arenati sul fondo del lago Aral prosciugato dall'uomo
Per conoscere uomini e luoghi occorre viaggiare e portare con se, irrinunciabile, la macchina fotografica.
L’enorme ex lago Aral prosciugato, scandaloso per lo scempio ecologico causato dall’uomo, oggi è diventato un area di deserto di oltre 300 chilometri di diametro. Anche questo, nel suo squallore è però una delizia fotografica tutta da scoprire ed ha un fascino fotografico assolutamente unico con i relitti di intere flotte navali che giacciono sul fondo ormai prosciugato.
Ma il viaggio ha anche altre cose meravigliose...ecco la mitica Samarcanda, la lunga via della seta percorsa da Marco Polo e ancora oggi in piena attività commerciale, e città come Bukhara e Khiva che sono perfettamente conservate e possono ostentare una storia millenaria fatta di conquiste, leggende e meravigliose architetture.
Un tuffo nel paese più ricco di storia di tutta l’Asia centrale, alla scoperta di alcune delle città più antiche del Mondo situate sulla rotta della famosissima quanto importante Via della Seta.
Tappa dopo tappa, iniziamo a sognare nella gloriosa Samarcanda, il cui nome da solo già evoca miti e leggende. È una delle città più antiche del mondo, un tempo fu la più ricca città dell’Asia Centrale con i tanti monumenti che raccontano la sua gloria e ricchezza.
Partiamo subito con immersione nei preparativi della festa di Primavera “Navruz” e potremo assaggiare i vari piatti tradizionali cucinati in occasione della festa (essendo eventi all’aperto, è condizionata quindi delle eventuali variazioni del tempo atmosferico).
Poi al Navruz dedicheremo una intera giornata in un piccolo villaggio in campagna nei pressi di Samarkanda, qui la festa è incredibile e veramente autentica, realizzata dagli abitanti locali per loro stessi e non come spettacolo folcloristico per i turisti.
I primi sono gli uomini che si confrontano con il Kurash, la lotta libera tradizionale che viene fatta su un enorme tappeto steso in piazza, al termine dell’incontro si può vincere una gallina viva o una camicia marcata Italia.
Mentre gli uomini lottano, le donne danzano a poca distanza e indossano i vestiti più colorati, un tuffo nel passato, sembra di stare nella vecchia Unione Sovietica degli anni ’50, il godimento fotografico e umano di questa giornata puoi solo immaginarli finchè non vieni a viverli.
A Samarcanda non mancheremo di scoprire anche la magnificenza della città con la grandiosa piazza Registan (che fotograferemo sia di giorno che di notte perchè è sempre straordinariamente bella) e le sue tre straordinarie madrase di Ulug Begh, Shi Dor e Tilya-Kari, famose per la purezza delle linee e l’eleganza delle maioliche turchesi.
Il monumentale complesso dei mausolei Sach-i-Zinda; la moschea Bibi-Khanym, che sbalordisce per la ricchezza del decoro; il sito archeologico di Afrassiab con le rovine dell’antica Samarcanda, abbandonata all’inizio del XII secolo dopo la conquista dei mongoli, l’osservatorio di Ulugh Begh.
Dopo Samarkanda il viaggio continua verso Bukhara. Lungo il percorso, che segue la pista Sud, faremo una sosta nella località di Sachri Sabz, città natale di Tamerlano, dove visiteremo le rovine del Palazzo d’Estate, che conserva un imponente portale, il Mausoleo di Jehangir, figlio prediletto di Tamerlano e la moschea Kok Gumbaz.
Bukhara è la città più sacra dell’Asia centrale ed una delle migliori località per farsi un’idea di com’era il Turkestan prima dell’arrivo dei russi.
Nel centro storico, gran parte del quale è sotto tutela architettonica, si trovano madrase molte antiche, una massiccia e decadente fortezza reale e i resti di un mercato che una volta era molto vasto.
Il governo ha investito molto nel suo restauro, riportando alla luce diverse vasche di pietra (hauz) fatte riempire dai sovietici, per garantire l’approvvigionamento idrico. I bolscevichi modernizzarono il sistema e prosciugarono le vasche.
Finiremo il viaggio a Tashkent, considerata la città più sovietica dell’Asia centrale, interessantissima dal punto di vista architettonico e quindi fotografico per i contrasti tra le architetture ex sovietiche e una storia millenaria.
Dopo essere stata ricostruita in seguito al terremoto del 1966, la città è formata da condomini decorati con motivi uzbeki e slogan illuminati, piazze d’armi che si spalancano intorno a solenni monumenti e chilometri di parchi.
Quindi, dopo aver visitato la parte sovietica, non mancheremo di visitare anche la città vecchia, caratterizzata da cortili che nascondono alberi da frutta e vigneti.
Allo stesso modo ci “perderemo” in un dedalo di viuzze sterrate su cui si affacciano case basse di mattoni e fango, punteggiata di moschee e vecchie madrasse risalenti ai secoli XV e XVI.
Durante le escursioni in città, potremmo imbatterci nei preparativi dei festeggiamenti della festa del Navruz, considerata la festa del nuovo anno, dell’amicizia e della primavera.
Ma non è tutto: ci soffermeremo ancora a fare migliaia di foto nei villaggi di campagna anche questi assolutamente sconosciuti al turismo di massa, ma che sono invece interessantissime testimonianze da fotografare.
Andremo a conoscere la gente, a cucinare il Plov (il piatto tradizionale a base di riso, carote gialle e ) presso una famiglia dove sarà possibile fare le nostre foto in un contesto reale e quotidiano, non sarà certo la cucina di uno chef stellato, ma avrà quel contesto fotograficamente ideale per noi.
Se ti piacciono le scene di vita rurale nei villaggi questi saranno il contesto giusto per noi con pochi contadini e tanti allevatori da fotografare, gli Uzbeki sono un popolo molto aperto ai visitatori, sempre sorridenti per ostentare i loro denti d’oro testimonianza di ricchezza e benessere.
E poi in mezzo c’è il deserto… Circa 500 chilometri che percorreremo nel nulla, a volte sfiorando vecchie fabbriche della dominazione sovietica sulle quali campeggiano incomprensibili scritte in cirillico a viva testimonianza di un passato ancora vivo.
Non perderemo la vera perla dell’architettura islamica che concluderà questo bellissimo viaggio: la piccola cittadina di Khiva. Il suo centro storico si è interamente conservato in una vera e propria città-museo.
Khiva conserva moschee, tombe, palazzi, vicoli ed almeno 16 madrasse. Nel cortile della madrasa Rakhim Khan assisteremo allo spettacolo di una famiglia di acrobati e funamboli.