#257 - 22 febbraio 2020
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarr in rete fino alla mezzanotte del giorno di sabato 31 maggio quando lascer il posto al numero 364 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, pu durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni pi importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perch" (Mark Twain) "L'istruzione l'arma pi potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perch i servizi sanitari siano accessibili a tutti. Papa Francesco Il grado di civilt di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bens nella capacit di assistere, accogliere, curare i pi deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civilt di una nazione e di un popolo. Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosit, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Televisione

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Frammenti semiseri di cronaca televisiva

di Luigi Capano

“Il giorno della memoria”, “il giorno del ricordo”, “per non dimenticare”, “la memoria condivisa”, “la memoria collettiva”
Non passa giorno che qualcuno – dal Presidente della Repubblica al giornalista del più recondito anfratto televisivo – non menzioni – di passata o con l’enfasi delle occasioni solenni – quel misterioso luogo della nostra psiche che ha qualcosa a che fare con la percezione della nostra identità: il luogo deputato ai ricordi, la memoria appunto.

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Il ricordo è una forma di incontro, sentenziava l’esteta mistico Kahlil Gibran. Per saperne di più su questo misterioso e onnipresente “organo” che in qualche modo ci definisce e ci condiziona, con la curiosità compulsiva che ci caratterizza, abbiamo deciso di fare una ricerca sommaria nei ripostigli del web – altro luogo della memoria, sconfinato e caotico- e abbiamo quindi scovato, tra i video di YouTube, un frammento di Ulisse - vecchio di alcuni anni- il programma di divulgazione culturale del bravo Alberto Angela che espone un’indagine sulla memoria dal punto di vista della scienza ufficiale, com’è costume di Alberto e del celebre padre Piero. Apprendiamo così – ma già un po’ lo sapevamo- che ad imprimersi nella memoria è soprattutto ciò che coinvolge la nostra emotività e che, comunque, i ricordi (quelli detti a lungo termine) tendono col tempo ad affievolirsi a meno che non vengano richiamati alla mente con una certa frequenza. Ma qui - aggiunge la voce bene impostata fuori campo, mentre scorrono alcune immagini - si nasconde un' insidia. E la narrazione comincia a farsi interessante. Perché – ci viene spiegato - nel richiamare un ricordo, inavvertitamente lo rielaboriamo. E dunque ricordare non è come riguardare una fotografia ma piuttosto come ricopiare un disegno: possiamo compiere degli errori, inserire nuovi particolari o cambiare i colori. “Ogni volta che ricordiamo qualcosa in qualche modo manipoliamo i ricordi” - commenta Angela - “ma allora quanto sono affidabili le nostre memorie? E sono credibili i testimoni?” Segue un intervento del neuroscienziato Piergiorgio Strata: “Ci possiamo fidare della nostra memoria?” - si domanda – “ci possiamo fidare ma dobbiamo stare attenti: prima di tutto perché possiamo sbagliare, e poi soprattutto quando vogliamo la verità da qualcuno, dobbiamo evitare di forzarla. Si è dimostrato che il modo di interrogare della polizia, come quello dello psicoanalista, spesso tende a forzare la memoria e a indurre, di conseguenza delle false memorie”.

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In conclusione, abbiamo più dubbi di prima sull’affidabilità del nostro prezioso strumento ma ci sembra di aver capito che lo spazio della memoria ognuno lo arrederebbe volentieri a suo modo senza lesinare estro e creatività e che la meccanica ripetizione e riproposizione di concetti o di immagini da condividere collettivamente avrebbe la funzione sociale di ritinteggiare periodicamente le pareti onde evitare inaccettabili originalità.

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