#102 - 1 settembre 2014
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Cinema

Into the Storm

Il potente tornado degli effetti speciali distrutto dall'assenza di una trama

di Giada Gentili

Con questa estate-non estate italiana, scandita da caldarroste e caminetto o poco c'è mancato, un film sul maltempo non è che sia proprio l’ideale per l'umore, ma le produzioni catastrofiche americane mi hanno sempre affascinato. E si sa, gli Stati Uniti dominano tutto il mondo, ma se c’è qualcosa che sfuggirà eternamente al loro controllo (a meno che Apple non brevetti qualche app tipo Imeteo) è proprio il tempo; e sarà per questo, forse, che sfornano film su catastrofi naturali a cadenza semestrale. Into the storm è un po’ B-movie, un po’ Disaster Movie, ispirato senza dubbio a "Cloverfield", quantomeno nel tentativo di far risultare le riprese realistiche. Le diverse inquadrature sono frutto di riprese realizzate con i cellulari dei protagonisti, le telecamere di sicurezza o le cam portatili. La trama vede i diversi personaggi confrontarsi con il più grande tornado della storia.

Into the StormInto the Storm

Gli effetti speciali di magistrale fattura e le immagini funeste suscitano certamente nello spettatore una certa dose d’ansia e quando si esce dal cinema magari un’occhiata al cielo la si butta, tanto per stare tranquilli. Questi momenti ben riusciti sono alternati da scene paradossali: Allison, la metereologa, per coprirsi da una grandinata (di chicchi “grandi come palline da golfâ€) si copre con il computer con il quale fa i rilievi. I due giovani protagonisti, Lucas e Kaitlyn, sommersi dall’acqua con i loro Iphone fradici, riescono comunque a fare una chiamata di soccorso; e tutti i protagonisti nelle situazioni più assurde, continuano a riprendere con le loro telecamere le scene da apocalisse che gli si presentano davanti. Uno dei personaggi per filmare uno dei tornado ci lascia pure la pelle.

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Il regista Steven Quale ha diretto la seconda unità di “Titanic†(e il film con Di Caprio viene anche citato a più riprese quando i giovani protagonisti rischiano di affogare) ed è stato uno storico collaboratore di James Cameron. Dal suo maestro Quale ha purtroppo ereditato il più grande difetto (che Cameron compensa però con diversi pregi): grande attenzione agli effetti speciali e poco occhio per la trama.

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