Into the Storm
Il potente tornado degli effetti speciali distrutto dall'assenza di una trama
di Giada Gentili
Con questa estate-non estate italiana, scandita da caldarroste e caminetto o poco c'è mancato, un film sul maltempo non è che sia proprio l’ideale per l'umore, ma le produzioni catastrofiche americane mi hanno sempre affascinato. E si sa, gli Stati Uniti dominano tutto il mondo, ma se c’è qualcosa che sfuggirà eternamente al loro controllo (a meno che Apple non brevetti qualche app tipo Imeteo) è proprio il tempo; e sarà per questo, forse, che sfornano film su catastrofi naturali a cadenza semestrale. Into the storm è un po’ B-movie, un po’ Disaster Movie, ispirato senza dubbio a "Cloverfield", quantomeno nel tentativo di far risultare le riprese realistiche. Le diverse inquadrature sono frutto di riprese realizzate con i cellulari dei protagonisti, le telecamere di sicurezza o le cam portatili. La trama vede i diversi personaggi confrontarsi con il più grande tornado della storia.
Gli effetti speciali di magistrale fattura e le immagini funeste suscitano certamente nello spettatore una certa dose d’ansia e quando si esce dal cinema magari un’occhiata al cielo la si butta, tanto per stare tranquilli. Questi momenti ben riusciti sono alternati da scene paradossali: Allison, la metereologa, per coprirsi da una grandinata (di chicchi “grandi come palline da golfâ€) si copre con il computer con il quale fa i rilievi. I due giovani protagonisti, Lucas e Kaitlyn, sommersi dall’acqua con i loro Iphone fradici, riescono comunque a fare una chiamata di soccorso; e tutti i protagonisti nelle situazioni più assurde, continuano a riprendere con le loro telecamere le scene da apocalisse che gli si presentano davanti. Uno dei personaggi per filmare uno dei tornado ci lascia pure la pelle.
Il regista Steven Quale ha diretto la seconda unità di “Titanic†(e il film con Di Caprio viene anche citato a più riprese quando i giovani protagonisti rischiano di affogare) ed è stato uno storico collaboratore di James Cameron. Dal suo maestro Quale ha purtroppo ereditato il più grande difetto (che Cameron compensa però con diversi pregi): grande attenzione agli effetti speciali e poco occhio per la trama.