#252 - 30 novembre 2019
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Cinema

Testimonianze di autori indimenticabili

Roma - Casa del Cinema

Un cinema vivo

di Federica Fasciolo

Continua il programma di iniziative della Casa del Cinema di Roma.

Un cinema vivoUn cinema vivo

2/12
Non è sogno - di Giovanni Cioni
Un film nato da un laboratorio nel carcere di Perugia dalle prove dei dialoghi tra Totò e Ninetto Davoli in Che cosa sono le nuvole di Pier Paolo Pasolini e frammenti di La Vida es Sueño di Calderón de Barca. Le prove diventano il punto di partenza per storie di sogni, messaggi, canzoni, riflessioni sulla condizione umana. È la vita, messa in scena. Una vita a cui non sappiamo più se apparteniamo, verso cui sogniamo di tornare, ma anche di ritardare.
Alla presenza del regista Giovanni Cioni.

Un cinema vivoUn cinema vivo

Premio Giulio Questi - IV edizione
Il riconoscimento intitolato al regista e scrittore, è stato voluto dalla moglie Diana Donatelli e realizzato grazie alla volontà di una intima cerchia di amici che negli anni lo hanno gestito conservandone natura e senso. “Sono molto contenta del ritorno del Premio a Roma dove è nato nel 2016 e soprattutto in una sede prestigiosa come la Casa del Cinema – sottolinea Diana Donatelli -. Il riconoscimento intitolato a Giulio deve poter offrire opportunità ai tanti giovani che desiderano lavorare nel mondo dell’audiovisivo e una città come Roma, fucina di artisti e produttori, non può che essere il più adeguato trampolino per gli autori di domani.â€. A presiedere la giuria della IV edizione è Caterina d’Amico che, insieme all’Associazione Giulio Questi, assegna il Premio 2019, del valore di 1.500,00 Euro, al migliore cortometraggio.

Giulio Questi, scomparso nel 2014, è stata una delle figure più innovative ed eccentriche del panorama autorale italiano. Regista, scrittore, sceneggiatore, partigiano. Questi è stato anche attore per Federico Fellini e Pietro Germi interpretando ruoli ne “La dolce vita†e “Signori e signoreâ€. Per il cinema ha diretto film oggi diventati di culto tra cui “Se sei vivo sparaâ€, “Arcanaâ€, “La morte ha fatto l’uovoâ€. A ottant’anni acquista una videocamera digitale e utilizzando come set l’appartamento in cui vive comincia a girare piccoli film di cui è autore, regista, interprete e montatore e, con la Solipso Film, anche produttore. Editati in DVD dalla Ripley's Film in un cofanetto, assieme a una conversazione filmata tra Giulio Questi e Stefano Consiglio, i corti daranno vita a una nuova stagione creativa che lo porterà ad essere protagonista di un evento speciale a lui dedicato alle Giornate degli Autori durante il Festival di Venezia del 2007. A novant’anni si ritrova ad essere al centro dell’attenzione anche editoriale grazie al caso letterario “Uomini e comandantiâ€, pubblicato da Einaudi, che gli valse il Premio Chiara 2014.
Riscoperto e amato anche dai giovani ai quali il Premio è rivolto, il riconoscimento a suo nome vuole ricordare non solo la sua poliedrica attività ed essere anche un modello per le generazioni di domani. Il premio si rivolge ad autori italiani e stranieri maggiorenni, di età non superiore ai 27 anni, capaci di creare cinema anche con pochi mezzi, usando il digitale in modo agile e creativo. Una modalità che Questi aveva adottato negli ultimi anni della sua vita, sorprendentemente e felicemente, scrivendo, girando, interpretando e producendo geniali cortometraggi che hanno avuto grande riscontro in Italia e all’estero. www.premioquesti.it

Un cinema vivoUn cinema vivo

4/12
Se sei vivo spara - Omaggio a Giulio Questi
A cinque anni dalla comparsa, Casa del Cineme & Premio Giulio Questi ricordano uno dei più originali autori del cinema italiano con la proiezione di due Con Marilù Tolo, Piero Lulli, Tomas Milian, Milo Quesada, Roberto Camardiel, Paco Sanz. Un gruppo di banditi dopo una fruttuosa rapina ad una carovana militare uccide i suoi complici messicani e il loro capo mezzosangue. Arrivati in città con il bottino vengono massacrati dalla folla aizzata dei due maggiorenti del villaggio che vogliono spartirsi l’oro. Ma il mezzosangue creduto morto torna per recuperare ciò che gli spetta.

Arcana
Maria è una donna meridionale vedova di un modesto manovale morto per un incidente sul lavoro. È una specie di medium e sfrutta le sue doti per sopravvivere nella grande metropoli in cui vive col figlio.

Un cinema vivoUn cinema vivo

5/12
Ugo Gregoretti, un eclettico in prima linea Ugo Gregoretti, scomparso pochi mesi fa, è stato un arguto e ironico osservatore della società italiana, capace di passare senza soluzione di continuità dal documentario al film a soggetto, sia per il piccolo che per il grande schermo. Le sue opere, spesso giocate sul filo del paradosso e del grottesco, spaziano fra sperimentazione formale e presa diretta sulla realtà, restituendoci una controstoria dell’Italia degli anni Sessanta e Settanta. Cronista della propria epoca ma anche autore dall’affilato sguardo personale, Gregoretti ci ha lasciato una serie di film “militanti†sul filo dell’interazione tra cinema e realtà. Apollon: una fabbrica occupata (1969), docufiction dedicata all’esperienza di autogestione di una tipografia romana, resta esemplare per l’abilità con cui riassume e intreccia i vari modelli possibili di cinema militante, fra testimonianza diretta e ricostruzione straniante. Si propone il film in occasione dell’edizione home video pubblicata da Penny Video e Centro Studi Cinematografici, e, che oltre ad Apollon contiene anche il successivo Contratto (1970), entrambi restaurati in digitali dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.

Un cinema vivoUn cinema vivo

Apollon: una fabbrica occupata - di Ugo Gregoretti Apollon: una fabbrica occupata nasce dalla collaborazione tra un gruppo di cineasti, coordinato da Ugo Gregoretti, e gli operai che occupano l’industria tipografica Apollon, sita sulla via Tiburtina a Roma. In forma di docu-fiction, il film ricostruisce le vicende della lunga occupazione della fabbrica, iniziata il 4 giugno 1967 e terminata nel dicembre 1968. Gli operai interpretano se stessi e vari altri ruoli (la polizia, i crumiri, ecc.), ma sono anche coautori del film, che non è una semplice cronaca degli avvenimenti, ma una lettura analitica della realtà della fabbrica, la storia della conquista di strumenti di lotta e democrazia, con l’indicazione di strategie di attacco al potere padronale. La voce narrante di Gian Maria Volonté dà continuità al racconto e commenta i fatti.

a seguire Con Ugo di Gianfranco Pannone
Una conversazione semiseria di Gianfranco Pannone con Ugo Gregoretti, uno dei più poliedrici e inquieti cineasti e uomini della tv nel nostro panorama nazionale. Regista, scrittore, attore, intrattenitore, militante politico…, Gregoretti racconta il suo percorso camminando per le strade del centro storico di Roma, convinto che in fondo non bisogna poi prendersi troppo sul serio nel mestiere di vivere e che la realtà sia in fondo un grande bluff che ci ostiniamo a prendere sul serio.
17.45 incontro moderato da Silvio Grasselli con Michele De Angelis, Antonio Medici, Gianfranco Pannone, Paola Scarnati, Simone Starace .

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