orizzonti
di Dante Fasciolo
Orizzonti
GiĂ da troppo si rincorrono sui social
parole e giudizi sprezzanti ed offensivi
contro stranieri e connazionali
e persone che in qualche modo sono apparse
sulla scena delle cronache con nome e cognome,
ma anche anonimi ed entitĂ astratte.
Tra gli ultimi casi, quello della senatrice Segre
fatta segno di ingiurie e dileggio
sia da singoli che da gruppi idealmente organizzati.
La signora Segre non è un nero balotelli qualsiasi,
né un ragazzino nero da mortificare sul campo,
o una donna africana in cinta alla quale negare
un posto a sedere sul bus cittadino.
No, la Segre è una sopravvissuta
ai campi di concentramento nazisti,
la quale non può dimenticare l’orrore vissuto,
la distruzione della sua famiglia,
l’annientamento di milioni di persone
causato dal delirio di un popolo conquistatore.
Non può dimenticare, ma non vuole odiare;
vorrebbe raccontare e aiutare i giovani
che di quella tragedia non sanno,
o fanno finta di non sapere…per codardia.
«Prima di tutto vennero a prendere gli zingari,
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto,
perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare»
Sono parole del pastore Martin Niemoller,
di un secolo fa, ma di grande attualitĂ :
“spianiamo con le ruspe i campi rom”;
e facilonerosi entrano in azione
con parole irripetibili e gesti inconsulti;
“prima gli italiani,”
e si negano libertĂ , giustizia e legalitĂ .
Ora ha il sopravvento l’antisemitismo
e in molti si sforzano di accreditare l’idea
che il “fascismo” è un’invenzione…
A leggere le decine di migliaia di post sui social
c’è da aver paura,
Ascoltando i proclami politici e leggere
le squallide vicende squadriste quotidiane
c’è da rabbrividire…
e all’orizzonte una Italia e una Europa
con pericolosi rigurgiti fascio-nazisti…
forse non c’è rimasto più nessuno a protestare.