Televisione, gioia e dolore
Zapping
Frammenti semiseri di cronaca televisiva
di Luigi Capano
Tanto per cambiare si parla di razzismo.
Questa volta su Rete4, nella trasmissione di Nicola Porro, Quarta Repubblica. Ospiti: Vittorio Sgarbi in collegamento e, in studio, il vignettista Vauro, il parlamentare del Pd Fiano e una rappresentante dei Rom.
Sulle prime il dibattito prende la solita noiosissima piega moralistica, ma ci pensa Sgarbi con un colpo di genio a rendere meno banale la serata non appena Porro gli dà la parola. “Il fatto è che in fondo siamo tutti razzisti – esordisce – nessuno di noi, neanche Fiano, neanche Vauro, assumerebbe una colf Rom”. Silenzio tombale, neanche i due chiamati in causa, pesi massimi dell’antirazzismo, aprono bocca. E Sgarbi genialmente tace per dare spazio e voce a quell’imbarazzante silenzio, per poi riprendere il consueto eloquio brillante.
Si avvicina il Natale e lo scaltrissimo Bruno Vespa pubblica il suo ultimo libro.
L’argomento è di grande attualità : il fascismo. Incredibile ma vero! In questo scorcio d’anno poi, si direbbe l’argomento principe dei dibattiti televisivi e non solo.
Ci pensa, fortunatamente Mario Giordano con il suo programma Fuori dal coro, a inchiodare alle proprie irresponsabilità i nostri politici che, fintamente ignari del tempo che passa, continuano a gargarizzarsi con l’antifascismo. L’irresponsabilità di una casta di vassalli e di valvassori che si autoassegnano stipendi spropositati e amministrano la cosa pubblica con lo strumento vessatorio e ineluttabile delle tasse, ormai ben oltre il limite etico dello strozzinaggio. Ma questa anacronistica medieval-democrazia che tuttora subiamo, nata dal dopoguerra, non può fare a meno del fascismo anzi: se ne nutre simbioticamente ogni giorno “Siamo dei buoni a nulla, non valiamo un fico secco ma se non ci fossimo stati noi….” E’ il retropensiero giaculatorio che ci ha accompagnati sin dalla culla e che ultimamente sembra avere una inspiegabile recrudescenza. Forse un preludio di morte?
Nella trasmissione mattutina della sempre accigliata Eleonora Daniele - Storie Italiane in onda tutti i giorni su Rai1- un garbata presentatrice con una spiccata propensione per il Grand Guignol, si sta parlando quotidianamente di una signora marocchina scomparsa apparentemente nel nulla. Si interroga il marito, i vicini, le amiche. Le versioni sono contraddittorie: angosciosa e apprensiva quella del marito, critiche quelle delle amiche. Samira – questo il nome – era una donna libera dicono, non sopportava il velo…la musica è sempre quella.. Ovviamente non sappiamo come andrà a finire ma ci chiediamo: non sarebbe il caso di inventarsi una legge che proibisca ufficialmente in Italia l’uso di questo ridicolo indumento? Molte questioni, anche drammatiche – se non tragiche – si potrebbero risolvere alla radice.