#248 - 4 ottobre 2019
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Editoriale

Confini

di Dante Fasciolo

Dunque, vediamo, sai tu dirmi
come sono nati i confini?
Certo, non sei obbligato a rispondere,
né io lo pretendo…
tuttavia una piccola riflessione si impone.

Le cronache recenti aiutano un po’:
se l’Emilia Romagna confina
col Trentino a nord e l’Umbria a sud,
ecco che ci troviamo di fronte a confini dilatati,
ovvero predatori, oppure memoria di lontani confini,
forse più semplicemente specchio di
limitati confini di elementari conoscenze….
o inconsce necessità e bisogno di aperture…

C’è chi costruisce confini ai prodotti,
ostacolando scelte, profumi e sapori,
negando un libero accesso ai valori
dell’intelligenza, della creatività, dell’impegno dell’uomo.

C’è chi alza barriere di vergogna
ai confini del territorio in nome della sovranità
e chi chiude gli approdi agli uomini
in nome della proprietà, del diritto, dei confini…
Già, chi ha determinato le proprietà?
chi e quando ha emanato i diritti?
chi ha tracciato i confini?
Non sono domande retoriche…

Enea attraversò mari ignari dei limiti,
e approdò in terra sconosciuta e libera ,
costruì città e futuro per generazioni…

Oggi no, non è più possibile per l’uomo
costruire liberamente la propria esistenza;
glielo proibiscono i limiti:
i limiti del mare, della terra dei continenti,
i limiti delle nazioni, delle regioni, dei territori,
delle comunità cittadine, dei quartieri, delle strade…
glielo impediscono i limiti
della nostra coscienza e della nostra anima.

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