#246 - 20 settembre 2019
AAAATTENZIONE - Cari amici lettori, questo numero rimarrŕ  in rete fino alla mezzanotte del 31 LUGLIO PER LASCIARE IL POSTO AL N° 354 GIOVEDI' 1° AGOSTO. BUONA LETTURA A TUTTI . Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore č un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote č la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'č la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: č questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Editoriale

La Lingua

di Dante Fasciolo

In questo numero del giornale troverete articoli
dedicati all’Anno Internazione delle lingue indigene,
che le Nazioni Unite celebrano in questo 2019.

Sono 7000 quelle conosciute, un numero formidabile,
e ogni giorno capita a ciascuno di noi di incrociarne qualcuna.

Sentire una lingua nuova
è come ascoltare una canzone nuova:
ci si immerge nella cadenza musicale
e pian piano si dĂ  senso alle parole.
E’ così che si percepisce che il conoscere un’altra lingua
equivale ad avere una seconda anima.

“E’ solo la lingua che rende uguali,
uguale è chi sa esprimersi
e intendere l’espressione altrui”
affermava don Lorenzo Milani,
alle prese con il linguaggio dei suoi alunni.
E Honorè de Balzac esclama:
“Quanti bei libri si potrebbero scrivere raccontando
la vita e le avventure di una parola!”.

Anche in Europa esistono 225 lingue autoctone,
celebrate il 21 settembre di ogni anno
con una apposita “Giornata Europea”;
e tutte hanno contribuito nei secoli a costruire un’identità
in virtĂą di un dialogo mai interrotto
tra letteratura, filosofia, musica e arte.

E in Italia 33 sono gli idiomi censiti,
troppo colpevolmente ignorati;
bollati come lingue morte…e occorre ricordare
che non esistono lingue morte,
ma solo cervelli in letargo.

Ci siamo lasciati trascinare nel vortice
di un linguaggio corrente che ha permesso alla lingua
di oltrepassare il pensiero,
e diventare il peggior nemico dell’uomo:
chi attacca con la lingua di solito reagisce con i piedi,
e trasforma la lingua in una belva, sciolta una volta…
diventa difficile rimettere in catena.

“Ogni lingua ha il suo silenzio”
Afferma Elios Canetti,
ecco, si fa urgente recuperare un virtuoso silenzio
per ascoltare meglio la lingua degli altri.

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