#246 - 20 settembre 2019
AAAAAATTENZIONE - Cari lettori, questo numero del giornale - ultimo per il 2025 - ci accomapgnerŕ fino a NATALE e le Festivitŕ del VECCHIO ANNO. Allo scoccare della mezzanotte del 31 DICEMBRE con il Brindisi del NUOVO ANNO, andrŕ in rete il nuovo numero 370: GIOVEDI 1° GENNAIO 2026 - CORDIALI AUGURI DI BUON NATALE BUON ANNO e BUONA LETTURA - ORA PER TUTTI un po' di HUMOUR - E' da ubriachi che si affrontano le migliori conversazioni - Una mente come la tua ŕ affascinante per il mio lavoro - sei psicologo? - No architetto, mi affascinano gli spazi vuoti. - Il mio carrozziere ha detto che fate bene ad usare WathsApp mentre guidate - Recenti studi hanno dimostrato che le donne che ingrassano vivono piů a lungo degli uomini che glielo fanno notare - al principio era il nulla...poi qualcosa č andato storto - una volta ero gentile con tutti, poi sono guarito.
Editoriale

La Lingua

di Dante Fasciolo

In questo numero del giornale troverete articoli
dedicati all’Anno Internazione delle lingue indigene,
che le Nazioni Unite celebrano in questo 2019.

Sono 7000 quelle conosciute, un numero formidabile,
e ogni giorno capita a ciascuno di noi di incrociarne qualcuna.

Sentire una lingua nuova
è come ascoltare una canzone nuova:
ci si immerge nella cadenza musicale
e pian piano si dĂ  senso alle parole.
E’ così che si percepisce che il conoscere un’altra lingua
equivale ad avere una seconda anima.

“E’ solo la lingua che rende uguali,
uguale è chi sa esprimersi
e intendere l’espressione altrui”
affermava don Lorenzo Milani,
alle prese con il linguaggio dei suoi alunni.
E Honorè de Balzac esclama:
“Quanti bei libri si potrebbero scrivere raccontando
la vita e le avventure di una parola!”.

Anche in Europa esistono 225 lingue autoctone,
celebrate il 21 settembre di ogni anno
con una apposita “Giornata Europea”;
e tutte hanno contribuito nei secoli a costruire un’identità
in virtĂą di un dialogo mai interrotto
tra letteratura, filosofia, musica e arte.

E in Italia 33 sono gli idiomi censiti,
troppo colpevolmente ignorati;
bollati come lingue morte…e occorre ricordare
che non esistono lingue morte,
ma solo cervelli in letargo.

Ci siamo lasciati trascinare nel vortice
di un linguaggio corrente che ha permesso alla lingua
di oltrepassare il pensiero,
e diventare il peggior nemico dell’uomo:
chi attacca con la lingua di solito reagisce con i piedi,
e trasforma la lingua in una belva, sciolta una volta…
diventa difficile rimettere in catena.

“Ogni lingua ha il suo silenzio”
Afferma Elios Canetti,
ecco, si fa urgente recuperare un virtuoso silenzio
per ascoltare meglio la lingua degli altri.

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