In occasione del "2018 / 2019 Anno Rossiniano"
Roma - Teatro dell'Opera
La Cenerentola
Gioacchino Rossini - Emma Dante
di Eva Mari
“La Cenerentola” di Gioacchino Rossini, nella visione pop surrealist di Emma Dante è tornata in scena al Teatro dell'Opera di Roma in occasione dell' Anno Rossiniano".
Ispirata alle arti e all’immaginario che gravitano attorno al Pop Surrealism, dai cartoon ai tatuaggi, la Cenerentola di Emma Dante è una figura fragile le cui vicende familiari, un po’ grottesche e rocambolesche, raccontate dalla musica di Rossini dal ritmo serrato, diventano lo spunto per una riflessione sulla figura femminile.
“La famiglia della Cenerentola è sicuramente grottesca, sui generis - spiega la regista.
Non ci sono dei veri legami famigliari. Lei, Cenerentola-Angelina, è un’estranea sia per il patrigno, Don Magnifico, che per le sorellastre, Clorinda e Tisbe; e loro tengono a ribadire, tutte le volte, che lei non deve chiamarle sorelle. Quindi è una sorta di famiglia imposta, né Cenerentola sente famigliare queste tre figure. Sono degli estranei che vivono nella stessa casa. Inoltre le sorellastre litigano sempre tra loro, e sono sempre in atteggiamento di grande rivalità. Il padre vuole assolutamente accasarle per averne un vantaggio personale ed economico.
Insomma è una famiglia abbastanza problematica. In più questi legami non sono di sangue perché, appunto, Cenerentola è figlia di un’altra madre. Ma soprattutto è una famiglia che all’interno nasconde una grande violenza, una grande prevaricazione sulla persona più debole che è lei, derubata di tutti i suoi averi e messa in un angolo a far da serva.
C’è una prevaricazione molto forte, una grande cattiveria e perfidia. […] C’è una condizione di degrado della donna.
Non so se Rossini e il librettista volessero esprimere anche questo.
Sicuramente noi che riprendiamo oggi l’opera dobbiamo assolutamente fare i conti con la condizione di questa donna che viene comunque maltrattata, vessata, privata di tutti i suoi diritti, e soprattutto costretta a vivere in una condizione di grande disagio e alienazione.
Per cui certamente può essere molto attuale, nel senso della povertà della donna e dell’impossibilità di poter esprimere la propria libertà.
Cenerentola non è libera, è vittima di violenze domestiche e non riesce a liberarsene, tant’è che è necessario l’intervento di una specie di magia.
Quindi c’è un riscatto.
Ed è un riscatto sociale che ci riguarda.”