Roma - Arena Tiberina
Anthropocene - l'epoca umana
di Federica Fasciolo
Antropocene – L’epoca umana, il film che indaga l’impatto dell’uomo sul pianeta attraverso straordinarie immagini verrà presentato per la prima volta a Roma il 1° luglio alle ore 21,30 presso l’Arena Tiberina prima di essere programmato nelle sale di tutta Italia da settembre.
Antropocene – L’epoca umana è frutto della collaborazione quadriennale tra il fotografo di fama mondiale Edward Burtynsky e i registi pluripremiati Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier che, combinando arte, cinema, realtà virtuale e ricerca scientifica, documenta i cambiamenti che l’uomo ha impresso sulla terra e testimonia gli effetti delle attività umane sui processi naturali.
Un progetto straordinario, unico nel suo genere, che prima dell’uscita in sala è stato presentato in anteprima europea al
MAST Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia di Bologna all’interno di una mostra multidisciplinare che si
propone di documentare l’indelebile impronta umana sulla terra.
Terzo capitolo di una trilogia che include Manufactured Landscapes (2009) e Watermark (2013), Antropocene – L’epoca umana testimonia con un approccio esperienziale e non didattico un momento critico nella storia geologica del pianeta, proponendo una provocatoria e indimenticabile esperienza
e della portata della nostra specie.
La tesi dell'Anthropocene Working Group, che ha avviato i suoi studi nel 2009, è che gli ultimi 10.000 anni costituiscano un'era geologica vera e propria.
I canadesi Jennifer Baichwal, Nicholas de Pencier ed Edward Burtynsky hanno cominciato, nel 2005, all'inizio anche con il connazionale Peter Mettler, a investigare i paesaggi trasformati dalla mano dell'uomo per arrivare a una conclusione, che è anche il punto più alto e ambizioso dell'opera.
Un film con una tesi non nuova: ovvero che l'umanità sta sfruttando, più del dovuto, il pianeta, compromettendone lo stato e con conseguenze potenzialmente ancora più gravi, ma sviluppata in maniera organica e complessa con immagini spettacolari, che siano aeree o subacquee, dal forte impatto visivo e suono che sottolinea ed enfatizza. L'uomo ha superato i limiti e questo assunto esce da ogni immagine filmata in 43 luoghi di 20 diversi Paesi. In Kenya si accatastano le zanne sequestrate ai bracconieri di elefanti, che uccidono per ottenere l'avorio da commercializzare sui mercati asiatici, per essere bruciate.
Un gesto di enorme portata, che apre e chiude Anthropocene e vuole essere un segnale ai cacciatori.
Intanto in un laboratorio di Hong Kong si continua a lavorare avorio per ottenere oggetti di vario tipo, che richiedono lavorazioni anche di anni, stavolta di provenienza legale: arriva dalla Siberia e dai ghiacci e dal permafrost che si sciolgono permettendo di recuperare i resti di antichi mammuth, una pratica ben descritta nel recente Genesis 2.0 dello svizzero Christian Frei. Sempre in Siberia è la città di Norilsk, che ospita le miniere di nichel e altri metalli più grandi del mondo ed è tra i luoghi più inquinati del pianeta.
Agli antipodi, il deserto cileno di Atamacama è punteggiato di vasche gialle o azzurre dove si tratta il litio, fondamentale per le batterie dei telefoni o delle auto elettriche. A Immerath, Germania, si sono abbattute case e una chiesa per allargare le miniere di carbone a cielo aperto.
La voce narrante in originale è del Premio Oscar Alicia Vikander.
Antropocene – L’epoca umana arriverà nelle sale cinematografiche a settembre 2019 grazie a Fondazione Stensen e Valmyn
dopo aver vinto il Premio del pubblico all’ultima edizione del Festival CinemAmbiente.
info alessandro.tiberio@valmyn.com collalto@echogroup.it
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