#112 - 24 novembre 2014
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di martedi 30 settembre quando lascerà  il posto al numero 368. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Pagine Preziose

Pianosa
il gozzo sorrentino

a cura di Paolo Rastrelli - Yachting Library editore

Pianosa il gozzo sorrentino si fa subito notare oltre che per l’insolito formato ad album, largo ventuno centimetri e alto sedici, per l’elegante copertina cartonata color rosso vinaccia e per la raffinata carta rigata. Il libro racconta la storia del recupero e del restauro dello storico gozzo nato nel 1947 nei cantieri Aprea e utilizzato per rifornire di derrate e generi di prima necessità i detenuti dell’omonima isola dell’Arcipelago Toscano.
Nel 2005 il Pianosa è stato inserito tra i beni di interesse culturale.
La decisione fu presa per due diversi motivi: perché era un raro esempio di barca da lavoro, intatta nell’ossatura generale, e per l’accurato restauro, condotto con l’integrazione di tutte le parti mancanti con pezzi recuperati da barche della stessa epoca dismesse grazie a un paziente lavoro di ricerca.
In realtà il gozzo, un 12 metri, fu ordinato al Cantiere Aprea da un’armatore dell’isola d’Elba; lo scafo venne impostato secondo la tradizione partendo dalla chiglia con il dritto di prora e quello di poppa, venne installato un motore Gray di carro armato americano, residuato bellico acquistato a Napoli e nel 1947 scende in mare con il nome di Laura Madre.

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