#241 - 1 giugno 2019
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Costume e Società

Tratto dal libro "E' Abruzzo...Bellezza!"

Transumanza

La Transumanza e i suoi Tratturi

La tradizione perduta, secolare connotazione delle genti abruzzesi

di Dante Fasciolo

«Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all' Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.»
Reminescenze scolastiche: I Pastori di Gabriele d’Annunzio;
e le remote di Marco Terenzio Varrone, nel suo De Re Rustica
ove descrive la transumanza, nel 1° Secolo a.C.
«Itaque greges ovium longe abigintur ex Apulia in Samnium aestivatum…»,
il fenomeno visto in chiave economica.
Dalla Daunia e dal Bruzio verso il Sannio e la Lucania…
e attenti guardiani romani esattori del tributo.

Transumanza

Così, per millenni, e fino a ridosso dei nostri giorni,
il trasferimento degli armenti segna scadenze stagionali,
tra il 29 settembre e l’8 maggio
da un pascolo all’altro, protetto dall’Arcangelo Michele.
Il riferimento religioso è costante, e non sono pochi
gli accostamenti alla parola biblica; così da Isaia:
“Come un pastore egli fa pascolare il gregge / e con il suo braccio lo raduna;
porta gli agnellini sul seno / e conduce pian piano le pecore madri.”

Da Ezechiele: “Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare.
Oracolo del Signore Dio. Cercherò la pecora perduta
e ricondurrò all'ovile quella smarrita; fascerò quella ferita e curerò quella malata,
avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia.”

Transumanza

Anche da Gioele un’attenzione: “Vanno errando gli armenti di buoi,
perché non c'è più pascolo per loro; perfino le pecore ne fanno le spese!
A te, Signore, io grido! Il fuoco ha divorato i pascoli del deserto;
la fiamma ha consumato tutte le piante della campagna.
Anche gli animali campestri si rivolgono a te, perché si sono seccati i corsi d'acqua
e il fuoco ha divorato i pascoli del deserto.”

Transumanza

Di certo la transumanza non può essere stata scambiata
per una passeggiata all’aria aperta in pieno sole;
pioggia, freddo, fatica l’hanno da sempre accompagnata.
Lunghi tratti degli ampi tratturi hanno offerto polvere e silenzi,
e pesanti passi di pastori hanno messo a dura prova
la tenacia e la pazienza in equilibrio con sonno e fatica.
Timidi borghi e sparsi casolari ai bordi,
chiese rurali e icone sacre alle contrade,
pietre che narrano il tempo, le abitudini e la cultura
che hanno distinto l’uomo e la sua vocazione.
Rustiche verdure, latte e freschi formaggi col pane di casa,
e rare carni di montoni stanchi o pecore esauste,
sacrificati al fuoco improvvisato
tra parole sommesse e preghiere nell’intimo.
Lontani i caldi giacigli familiari, lontani gli affetti;
la meta, il riposo, il guadagno affollano la mente degli anziani pastori
nel mentre giovanili speranze danzano
al gioco del cane pastore, alla luce stellare.
E proprio il cielo resta il testimone primo della transumanza;
un’epigrafe rinvenuta a Termoli narra nel VI secolo a.C.
di un percorso costiero e 500 anni dopo ecco un cippo
riguardante il tratturo Centurelle-Montesecco.
Nel tempo molti altri si aggiungono in elenco:
Celano-Foggia, Lucera-Casal di Sangro, Pescasseroli-Candela,
soprattutto prende corpo il Tratturo Magno
che impone la supremazia dall’Aquila a Foggia.
Piccoli sentieri convergono verso questa grande arteria
che resta simbolo di una storia di recente terminata.
Asfalto, camion, treni hanno sostituito gambe e zampe
e rotto il respiro della poesia che ha a lungo aleggiato.

Transumanza

Oggi restano attivi piccoli percorsi verticali dalle pianure ai monti,
ma ai giovanissimi manca un tassello della storia millenaria,
parlano con un linguaggio informato ma privo di cultura autentica,
pongono domande che meritano risposte, anche da Italo Calvino.
"Papà" dissero i bambini, "le mucche sono come i tram?
Fanno le fermate? Dov'è il capolinea delle mucche?"
"Niente a che fare coi tram" spiegò Marcovaldo, "vanno in montagna."
"Si mettono gli sci?" chiese Pietruccio.
"Vanno al pascolo a mangiare l'erba."
"E non gli fanno la multa se sciupano i prati?"
Niente multa! ma l’auspicio del richiesto riconoscimento Unesco:
“Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.”

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