#240 - 18 maggio 2019
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarr in rete fino alla mezzanotte del giorno di sabato 31 maggio quando lascer il posto al numero 364 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, pu durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni pi importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perch" (Mark Twain) "L'istruzione l'arma pi potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perch i servizi sanitari siano accessibili a tutti. Papa Francesco Il grado di civilt di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bens nella capacit di assistere, accogliere, curare i pi deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civilt di una nazione e di un popolo. Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosit, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Fotografia

“Il profitto è la ragion d’essere del crimine organizzato.
Cercarlo è la soluzione, ma trovarlo è il problema”.
(Pietro Grasso, ex procuratore nazionale antimafia)

Matera - Iniziative "Capitale Europea della Cultura"

Il Mare Siamo Noi

Una Mostra Fotografica per la Lotta Contro la Mafia

Concept di Massimo Mastrorillo e Pamela Piscicelli/Door

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L’aggressione al patrimonio rappresenta lo strumento più efficace di contrasto alle organizzazioni di stampo mafioso.
Il progetto Il Mare siamo Noi muove da qui, dai beni sequestrati o confiscati a quelle organizzazioni, per indagarne le radici, la visione del mondo e il tessuto connettivo che le salda alla vita del cittadino qualunque.

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Se fino agli anni di Falcone e Borsellino, gli affari di Cosa Nostra rientravano a pieno titolo nelle attività criminose tradizionali, da Provenzano in poi, la gestione delle attività imprenditoriali mafiose è cambiata, più moderna, quasi pacifica. Uno stato di calma apparente che rende il pericolo più invasivo e i danni devastanti. Le nuove terre di Mafia sono fatte di cantieri edili, ospedali sequestrati, case, catene di ristorazione, energie rinnovabili, arte, gioco telematico e si espandono nei più banali settori del quotidiano. Davanti a una strategia camaleontica capace di adeguarsi a qualsiasi evoluzione sociale, economica e tecnologica, s’imponeva un adeguamento degli strumenti d’indagine.

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Follow the money dicevano Oltreoceano. La scia del denaro negli anni ’30 portò lo Stato Americano all’arresto del boss Al Capone per evasione fiscale.
Ma un arresto è solo il tampone a un’emergenza, se non s’intacca il cuore dell’organizzazione: il patrimonio. Così lo Stato Italiano ha avviato la propria guerra alla Mafia mettendo in atto il sequestro e la confisca delle sue proprietà e dei suoi beni, acquisiti attraverso le più svariate attività criminali.
La legge 109/96 (Legge sul Riutilizzo dei Beni confiscati alla Mafia), autorizza la confisca delle proprietà acquisite attraverso attività illecite, allo scopo di destinarle alla comunità. In una sorta di circolo etico quello che la Mafia ha sottratto allo Stato, allo Stato ritorna a fini di utilità sociale.
Oggi l’Agenzia nazionale per i beni confiscati controlla circa 13.000 beni per un valore che supera i 40 miliardi di euro. Tuttavia quasi 3.000 sono in condizioni di forte criticità, molti sono gravati da ipoteche e i nuovi gestori hanno spesso problemi a rilanciarne l’attività.

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Abbiamo seguito per diversi anni i soldi dei mafiosi, i loro beni. Sequestrati o confiscati. Riutilizzati o abbandonati. Le inquadrature scelte sono molto strette per trasformarli in metafore, per rivendicare la bellezza nello scempio delle storie che raccontano e perché vogliamo muovere dal particolare. Analizzarlo. Scomporlo. Accostarlo a mille altri particolari. Per poi allontanarsi. Alla ricerca dello sguardo d’insieme. Per comprendere la natura del tutto. Le immagini utilizzate abbracciano una pluralità di linguaggi: dal fotogiornalismo, alla fotografia forense, dalla fotografia di paesaggio allo still life. Il progetto si regge su una voluta mescolanza di passato e presente, realtà e fiction e l’utilizzo della scrittura, una sorta di dossier visivo del crimine in cui ogni pezzo serve da spunto e indizio alla risoluzione, per quanto parziale, del puzzle.

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La lotta alla Mafia è una lotta contro una parte malata del proprio corpo, perché la sua vera forza non sta nell’esercito armato, ma nel consenso, in quella subdola capacità di trasformare i bisogni di una società in promesse e di farle credere che ogni cosa sia al suo posto, perfetta.

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