Televisione gioia e dolore
Zapping
Frammenti semiseri di cronaca televisiva
di Luigi Capano
Da quel tragico giorno in cui un ictus digitale ha reso infermo l’operoso computer redazionale, molta acqua è passata sotto i ponti radio.
E’ passato Il Festival di Sanremo con la canzone giaculatoria del giovane vincitore italo-egiziano Mahmood. Tu dimmi se\ Pensavi solo ai soldi soldi\ Come se avessi avuto soldi\ Dimmi se ti manco o te ne fotti\ Mi chiedevi come va come va come va\ Adesso come va come va come va…\ Waladi waladi habibi ta’aleena… Anche lo spettacolo cerca di dare una mano all’integrazione, insomma.
Di questa edizione, a distanza di tempo, ricordiamo, più che le canzoni, alcuni personaggi: Anna Tatangelo, la bella ciociara dal volto da geisha; Loredana Bertè, mezzobusto da nonnina hippie, cosce guizzanti e seduttive sotto una minigonna da teenager; la sempre bamboleggiante Rosalba Pippa, in arte Arisa.
E’ passata una densa puntata di “Quante Storie” di Corrado Augias su RAI3. Ospite la professoressa Elena Cattaneo, scienziata e senatrice a vita che ha fatto “scientificamente” le pulci ad una moda del momento. “Agricoltura biologica” è un termine usurpato – ha affermato con decisione – perchè la zucchina non biologica è anch’essa biologica…non è fatta di mattoni. Si vuol far credere che essa ci farà sopravvivere tre mesi in più o ci darà maggior salute e questo serve ad aumentarne il valore percepito…c’è un grande marketing. Vai al supermercato e trovi le carote normali, quelle nel pacchettino, a 0,78 euro al chilo…e poi vai nel reparto biologico e le stesse carote costano 3,36 euro al chilo. La zucchina biologica è tale non perché contengano qualcosa di meglio… ma si tratta di un procedimento, è carta, è una procedura con un sacco dei deroghe che dicono, ad esempio, di non usare pesticidi o fitofarmaci che in realtà vengono usati. Inoltre siccome col biologico si produce molto meno, di conseguenza si consuma più terra…Soddisfazione e gaudio traspaiono dagli occhi attenti e sornioni di Augias.
E’ passato il giorno del ricordo degli italiani trucidati nelle foibe dai comunisti titini e abbiamo apprezzato il discorso di condanna del comunismo (Deo gratias!) tenuto dal Presidente Mattarella in diretta tv. Finalmente! Ci chiediamo come mai un’ideologia così balorda e scellerata abbia mietuto – e continui a mietere – tanti consensi. E pensare che nel ’69 Saragat conferì a Tito la massima onorificenza italiana (Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana). E pensare che nell’80 il pluriosannato Pertini si precipitò ai funerali del dittatore comunista, e un suo messaggio di cordoglio è conservata nel museo del 25 maggio di Belgrado (facilmente reperibile nel web): "Con Tito io ho perduto un compagno ed un amico. Il suo patrimonio ideale e politico non andrà disperso. Egli l'ha lasciato in mani sicure. Con grande certezza e con l'amicizia fraterna che a Tito mi legava, guardo fiducioso all'avvenire del dopo Jugoslavo". Sandro Pertini 7 maggio 1980. Eppure già allora si sapeva tutto ma chi ne parlava era “fascista”!
E’ anche passata una notevole puntata di “Che tempo che fa” in cui Fabio Fazio ha intervistato Fiammetta Borsellino la figlia del magistrato assassinato dalla mafia. Mio padre fu colui che assieme ad altri istruì il maxiprocesso, il più grande processo mai istruito al mondo che coinvolse tantissimi mafiosi. Un tema che stava molto a cuore a mio padre era quello della mafia e gli appalti, della mafia e i potentati economici. Mi sono sempre chiesta come mai il dossier mafia- appalti fu archiviato il 20 luglio del ‘92 (il giorno dopo l’attentato). E poi aggiunge: Io mi fido di chi anche essendo esposto al peggiore pericolo, svolge il suo lavoro con sobrietà, in silenzio; sicuramente non mi fido di chi si espone alle liturgie che offre la religione dell’antimafia per il culto dei devoti.
Le parole sono durissime, le accuse sono gravissime. E se venissero ancora una volta avvolte dal silenzio? Se lo Stato, in qualche modo, non rispondesse? Che ne sarebbe della nostra fiducia? Chi è che ci governa? Che si fa?