Il sottile veleno di ogni giorno
The Blue Dream Project
Dal Canada "Goletta ecologica" per l’ambiente marino
Obiettivo dell’Associazione The Blue Dream Project è contribuire a preservare l’equilibrio dell’ecosistema marino attraverso la rimozione dei residui di plastica e attraverso la promozione di un uso sostenibile della stessa - dalla fase di produzione fino allo smaltimento finale - agendo concretamente attraverso campagne di informazione e di ricerca, programmi ambientali innovativi e azioni di sensibilizzazione volte a stimolare alcuni cambiamenti sul nostro stile di vita e sulle nostre scelte come consumatori.
L’associazione stimola e sostiene le idee di giovani artisti che attraverso le loro opere raccontano e denunciano in modo innovativo le problematiche ambientali sull’emergenza dell’inquinamento marino causato dai rifiuti di plastica.
Punto di partenza delle attività dell'associazione è la costruzione in Canada di una goletta ecologica, completamente in legno, secondo lo stile e i metodi di costruzione tradizionali della Nuova Scozia.
Una nuova ambasciatrice che sarà messa a disposizione di cittadini, ricercatori e studenti per campagne di analisi e informazione sull’inquinamento del mare e per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla salute dei nostri oceani.
La goletta sarà operativa a partire dalla primavera del 2016, per monitorare la densità di rifiuti plastici nel mare fornendo dossier, dati e proposte per tutelare l’ambiente marino.
The Blue Dream Project ha sede a Roma e ad Halifax (Nova Scotia - Canada), e collabora attivamente con organizzazioni non governative e con altre associazioni che lavorano per la tutela del mare e la difesa e salvaguardia delle coste. In ambito educativo, la Blue Dream project opera per sensibilizzare e attivare le future generazioni a un approccio di vita più sostenibile.
Il momento di agire è ora.
E’ stato dimostrato che le sostanze chimiche presenti nelle plastiche recano danni importanti anche direttamente all’organismo umano.
La produzione di materie plastiche è ancora oggi in continuo aumento. Dagli anni 50, i rifiuti plastici si sono accumulati nei nostri oceani formando delle immense isole di spazzatura come il Pacific Trash Vortex.
In vaste aree degli oceani le particelle di plastica superano come quantità il plancton di almeno sei volte.
Riduciamo, riutilizziamo, riciclimiamo la plastica!
La plastica sta causando danni gravissimi al nostro pianeta e alla nostra salute. Come cittadini e consumatori abbiamo il potere di cambiare il corso delle cose!
Proteggiamo i nostri oceani.
Gli oggetti di plastica gettati nella natura finiscono, prima o poi, in un corso d’acqua e da qui nei mari. Possiamo stimare che l’80% dei rifiuti di plastica che si trovano nei mari e negli oceani provengono dalla terra, mentre il 20% viene riversato nelle acque dalle navi.
Nel Mediterraneo, la quantità di plastica microinquinante presente rispetto al plancton è di circa 100mila particelle di plastica per chilometro quadrato. Ciò che preoccupa è il rapporto tra la massa di plastica e la massa organica: i residui di plastica raggiungono ormai una concentrazione equivalente a quella della materia organica e gli effetti per la fauna marina sono devastanti.
Alte concentrazioni di particelle di plastica che risultano dalla lenta disintegrazione dei rifiuti non si trovano solo nel Mediterraneo. Nel nord Atlantico e nord Pacifico sono state individuate due enormi isole di plastica galleggiante, formatesi sotto l’effetto delle correnti marine (Trash Vortex), dove le particelle di plastica superano addirittura di sei volte le concentrazioni di plancton. Si ritiene che esistano altre tre isole di rifiuti nel sud Pacifico, nel sud Atlantico e nell’Oceano Indiano.
La principale conseguenza dell’assorbimento di plastica è l’ostruzione dell’intestino, un problema che riguarda i mammiferi marini, ma anche gli uccelli o le mucche che ingeriscono dei residui abbandonati nell’erba. Il secondo problema, ancora oggetto di controversia tra gli scienziati, è l’inquinamento chimico: alcuni componenti della plastica come il Bistenolo A e gli Ftalati possono avere effetti nefasti per gli organismi che li ingeriscono.
Ancora più preoccupante è il fatto che le particelle di plastica passano poi da un organismo all’altro e giungono spesso fino all’uomo. Di anno in anno il problema si fa più serio: in mezzo secolo la produzione mondiale di plastica è passata da 1,5 a 300 milioni di tonnellate all’anno. Il 10% finisce negli oceani.
info@thebluedreamproject.com