Il 29 e il 30 ottobre 2018 una tempesta ha abbattuto in Val di Fiemme
migliaia di abeti dal cui legno "di risonanza" si ricavano violini e simili
In ogni casa
Un Abete per Natale
Di Dante Fasciolo
ABETE
Il padre di tutti gli abeti ha 9000 anni.
Salvato per caso dal taglio al tempo dell’ultima glaciazione in Europa;
vive tuttora in Svezia, orgogliosamente eretto con i suoi 45 metri di altezza.
Se “Matusalemme” il vegliardo pino di Las Vegas non può che chinare la testa,
i nipotini italiani, contrappongono all’antico genitore una qualità in esclusiva:
“legno di risonanza”, che ha dato una “voce maschia” a 1000 e più 1000
viole, violini, violoncelle , nati dagli abeti della Val di Fiemme, cara a Stradivari.
E’ questa la caratteristica che distingue l’abete rosso, o peccio,
rispetto ad altri suoi simili:
abete bianco, pino silvestre, larice, che pure fanno ampia corona nelle foreste
che decorano il paesaggio delle nostri alpi e dell’appenino tosco-emiliano.
Duttile per poliformismo, l’Abete espande la sua chioma in longitudine
e allunga i suoi rami affilando la sua sagoma oltre quota 800,
laddove urge fronteggiare il vento e lasciare uno scivolo di favore alla neve.
Si distingue pure per i suoi frutti: le pigne, in scienza “strobili”,
che, generati dagli “sporofilli” , fiori di genere femminile maturi a maggio,
si lasciano cadere intonsi a terra per la gioia di scoiattoli e donnole.
Il tempo in cui l’Abete, albero simbolo del nord Italia, assurge alla notorietĂ
è il Natale, la Festa delle Feste, quando in ogni casa si illumina e veste di Pace.
E’ allora che la tradizione onora questo albero di antica saggezza
e lo accoglie nelle piĂą svariate forme di attenzione : dal gioco alla preghiera,
per rinsaldare una fede troppo spesso messa in discussione con le parole e coi gesti;
per ritrovare, alfine, una serena consapevolezza
dell’essere e del vivere come “umani”
momentaneamente ammessi a testimoniare la propria esistenza sulla terra.