#232 - 21 dicembre 2018
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrą  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerą  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, puņ durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni pił importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchč" (Mark Twain) "L'istruzione č l'arma pił potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non č un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchč i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltą  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensģ nella capacitą  di assistere, accogliere, curare i pił deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltą  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo č un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminositą , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Alberi

Il 29 e il 30 ottobre 2018 una tempesta ha abbattuto in Val di Fiemme
migliaia di abeti dal cui legno "di risonanza" si ricavano violini e simili

In ogni casa

Un Abete per Natale

Di Dante Fasciolo

ABETE Il padre di tutti gli abeti ha 9000 anni.
Salvato per caso dal taglio al tempo dellā€™ultima glaciazione in Europa;
vive tuttora in Svezia, orgogliosamente eretto con i suoi 45 metri di altezza.
Se ā€œMatusalemmeā€ il vegliardo pino di Las Vegas non puĆ² che chinare la testa,
i nipotini italiani, contrappongono allā€™antico genitore una qualitĆ  in esclusiva:
ā€œlegno di risonanzaā€, che ha dato una ā€œvoce maschiaā€ a 1000 e piĆ¹ 1000
viole, violini, violoncelle , nati dagli abeti della Val di Fiemme, cara a Stradivari.
Eā€™ questa la caratteristica che distingue lā€™abete rosso, o peccio,
rispetto ad altri suoi simili:
abete bianco, pino silvestre, larice, che pure fanno ampia corona nelle foreste
che decorano il paesaggio delle nostri alpi e dellā€™appenino tosco-emiliano.
Duttile per poliformismo, lā€™Abete espande la sua chioma in longitudine
e allunga i suoi rami affilando la sua sagoma oltre quota 800,
laddove urge fronteggiare il vento e lasciare uno scivolo di favore alla neve.
Si distingue pure per i suoi frutti: le pigne, in scienza ā€œstrobiliā€,
che, generati dagli ā€œsporofilliā€ , fiori di genere femminile maturi a maggio,
si lasciano cadere intonsi a terra per la gioia di scoiattoli e donnole.
Il tempo in cui lā€™Abete, albero simbolo del nord Italia, assurge alla notorietĆ 
ĆØ il Natale, la Festa delle Feste, quando in ogni casa si illumina e veste di Pace.
Eā€™ allora che la tradizione onora questo albero di antica saggezza
e lo accoglie nelle piĆ¹ svariate forme di attenzione : dal gioco alla preghiera,
per rinsaldare una fede troppo spesso messa in discussione con le parole e coi gesti;
per ritrovare, alfine, una serena consapevolezza
dellā€™essere e del vivere come ā€œumaniā€
momentaneamente ammessi a testimoniare la propria esistenza sulla terra.

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