#226 - 15 settembre 2018
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Ambiente

“Noi dobbiamo ampliare il nostro approccio per comprendere la formazione che sta avendo luogo davanti
ai nostri occhi... di una particolare entità biologica come non ne sono mai esistite sulla Terra – la crescita,
al di fuori e al di sopra della biosfera, di un ulteriore strato planetario, un involucro di sostanza pensante a cui,
per ragioni di praticità e simmetria, ho dato il nome di Noosfera"
(Pierre Teilhard de Chardin - The Future of Man - Il Futuro dell’Uomo)

Sul pensiero di Teilhard de Chardin

Per una visione noosferica del pianeta terra

Di Frido Guadagni - Ecosezione Intro Tevero et Arno MA Arezzo

Tra la seconda metà del XX° secolo e la prima metà del XXI° si è progressivamente manifestato un importante segno dei tempi: l’Umanità è passata, per la prima volta, dalla sua fase espansiva, dovuta alla crescita demografica, che l’ha portata a conquistare il pianeta, alla sua fase di compressione demografica.
Infatti l’Umanità sulla Terra non si espande più, si comprime, producendo tutta la frenetica e caotica attività, visibile e invisibile, che tutti intuiscono e che è tempo di cominciare a vedere, sopra tutto con la mente. Questo sta portando alla rottura degli equilibri biofisici del pianeta, a causa della limitata superfice planetaria in cui la crescita avviene e l’uso e il consumo delle risorse che ne deriva. Così la temperatura media del Pianeta, stabilizzatasi da qualche milione di anni, grazie anche alla termoregolazione delle acque profonde oceaniche e dell’attività biologica dei processi vitali, che l’hanno consentita, si sta alterando, e per l’impoverimento dell’abitat oceanico, dovuta all’inquinamento umano? e alla depauperazione delle specie ittiche, fino alla estinzione di alcune di esse, e per l’abuso e lo sperpero delle risorse naturali della Terra.
La distruzione dei ghiacci polari, dei ghiacciai di ogni continente, è un segno macro ambientale incontrovertibile, ma ce ne sono anche altri, purtroppo.
La "crisi globale†del pianeta, da cui oramai dipende ogni crisi, è la “crisi complessa globale", che nessuna “entità biologicaâ€, attualmente sulla Terra, è in grado di affrontare.

Ogni problema inerente lo sviluppo, l’evoluzione, è già di livello NOOSFERICO, di livello di pensiero noosferico, cioè superiore. La noosfera, probabilmente, ancora è al di là della capacità di comprensione della scienza convenzionale, ma è un’intuizione profonda e penetrante che ha fatto presa sulle menti di scienziati, filosofi, poeti e artisti fin dal momento in cui questo concetto è emerso per la prima volta, nel 1926.
È un concetto evolutivo originato da ricerche sia nel campo della biogeochimica che in quello della paleontologia. È un paradigma d’insieme che fonde visione e analisi degli attuali trend mondiali. È una percezione che la trasformazione della biosfera porta inevitabilmente ad una nuova epoca geologica e a un nuovo ciclo evolutivo; ed è per l’impatto del pensiero umano sull’ambiente che questa nuova era – la Noosfera – sta sorgendo.
Ciò avviene perché un sacerdote gesuita, Pierre Teilhard de Chardin, coniò il concetto e il termine di Noosfera, mentre, come barelliere-portantino, nelle trincee francesi della Prima Guerra Mondiale, trasportava e assisteva feriti.

Dopo la guerra, paleontologo di fama, Teilhard de Chardin ampliò le sue intuizioni e scrisse sulla noosfera nel 1956 in Man's Place in Nature (Il Posto dell’Uomo nella Natura) e nel 1959 in The Future of Man (Il Futuro dell’Uomo), pubblicati dopo la sua morte, avvenuta il giorno di Pasqua del 1955.
Pierre Teilhard de Chardin, dopo la guerra e il suo collega gesuita e filosofo Edouard Le Roy, incontrarono il geochimico sovietico Vladimir Vernadsky, con cui concordarono nel definire il concetto di noosfera – nelle chiare e semplici parole di Vernadsky, scritte alla fine della Seconda Guerra Mondiale: Il processo storico si sta trasformando radicalmente sotto i nostri occhi... La specie umana nel suo insieme sta diventando una poderosa forza geologica. La mente e l’opera dell’umanità si trovano di fronte al problema di ricostruire la biosfera nell’interesse di un’umanità di liberi pensatori, intesa come singola unità. Questo nuovo stato del mondo a cui ci stiamo avvicinando senza rendercene conto è la “Noosferaâ€.

MI fermo qui, ma …l’enunciazione del Problema dei Problemi è intuitiva: l’UOMO non può credere di andare avanti nel progresso e nell’evoluzione UMANA, pensando di cambiare direzione girandosi il cappello sulla testa, perché non solo non andrà avanti, non andrà nemmeno indietro, quest’uomo, oramai, rischia di diventare, rapidamente, un “ramo secco dell’evoluzioneâ€.

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