Televisione...gioia e dolore
Zapping
Frammenti semiseri di cronaca televisiva
di Luigi Capano
Libiamo, libiamo ne' lieti calici, che la bellezza infiora…sulle note verdiane della Traviata, ci investe il megaconcerto di beneficenza di Andrea Bocelli all’Arena di Verona, in diretta su RaiUno, con le voci possenti dei protagonisti che si avvicendano sul prestigioso palco.
Sorprende come la lirica tuttora raccolga un diffuso consenso essendo riuscita, chissà come, a ritagliarsi una nicchia d’elezione nella stressatissima coclea dell’uomo moderno, adusa a ritmi ed a timbri d’impatto più immediato e, non di rado più incalzante, più soverchiante.
Nessun dooorma!…Nessun dooorma!…è ora il turno di un altro cavallo di battaglia, di razza pucciniana questa volta, da sempre caro a tutti i virtuosi dell’ugola. Mentre i telegiornali, tutti indistintamente, tornano di continuo alla, forse evitabile, tragedia del ponte Morandi di Genova, una tragedia immane che ha reso infinitamente più triste un’estate, già di suo, votata precocemente al maltempo; oltre che alle annose questioni dei migranti che ancora continuano ad espatriare ed a morire in mare, ancora prediligendo nei loro sogni di fuga - e non di rado - le nostre coste sempre più riluttanti.
La ricorrente, inconfondibile voce di Lucio Battisti ci ricorda che siamo già al ventesimo anniversario della sua inaspettata morte. Una voce forse non particolarmente bella, la sua, ma in grado, nei momenti migliori, di muovere le emozioni, di agitarle, di sopirle…al contrario di certi facchini dell’ugola suoi contemporanei che hanno lasciato o che inevitabilmente lasceranno una traccia molto esile della loro sia pure brillante attività canora.
Sempre i telegiornali, di questi tempi a quanto pare incredibilmente a corto di argomenti, hanno deciso di dare spazio ad una notiziola che sottolinea il ripetersi di una vecchia costumanza, quella del saluto romano.
Infatti, nel giro di pochi giorni, in occasione di due funerali, uno a Catanzaro, l’altro a Sassari, si è voluto omaggiare il defunto, evidentemente di nostalgie mussoliniane, con il rituale braccio alzato dei camerati fascisti.
Apriti cielo! L’ANPI, la Procura, il Consiglio Regionale…chi grida “Vergogna!”, chi invoca la Costituzione, chi paventa un pericoloso rigurgito fascista…eh sì perché fascista, come nazista, come razzista… sono parole ossessivamente ricorrenti. Sono – si direbbe - il prezzemolo dei giornalisti e dei professionisti della politica. E affiorano ovunque quando meno te lo aspetti, dove meno te lo aspetti…come il reliquato sintomatico di un oscuro complesso non risolto…come la suppurazione percolante di una piaga mal curata che di tanto in tanto si dischiuda... Viene inevitabilmente da chiedersi come mai questa democrazia non sia riuscita, con la forza delle idee, con la qualità degli uomini e delle opere, a far dimenticare il regime che l’ha preceduta; e sia costretta di conseguenza, per difendersi, ad invocare sempre – puerilmente- lo strumento coercitivo della magistratura.
Da inguaribili curiosi sbirciamo nel salotto nuovo di Caterina Balivo su Rai1. Ospite Claudia Gerini, la bella attrice romana dagli occhi etruschi. Si scherza, si gioca, si parla in tono “confidenziale” di relazioni amorose, di fidanzati, di mariti, spensieratamente di cinema: proprio quello che ci vuole per rilassarsi un po’, per far correre i pensieri a briglia sciolta, senza il faticoso impegno di doverli sempre condurre da qualche parte.