#225 - 1 settembre 2018
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di mercoledi 30 aprile quando lascerà il posto al n° 363 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA - Nasciamo nudi, umidicci ed affamati. Poi le cose peggiorano - Chi non s ridere non è una persona seria (P. Caruso) - l'amore è la risposta ma mentre aspettate la risposta, il sesso può suggerire delle ottime domande (W. Allen) - Ci sono persone che si sposano per un colpo di fulmine ed altre che rimangono single per un colpo di genio - Un giorno senza una risata è un giorno sprecato C. Chaplin) - "Il tempo aggiusta ogni cosa" Si sbrigasse non sono mica immortale! (F. Collettini) - Non muoverti, voglio dimenticarti proprio come sei (H. Youngman) - La differenza tra genialità  e stupidità è che la genialità  ha i suoi limiti (A. Einstein). -
Cultura e Società

1968 / 2018 - a cura di Andrea Avveduto, Maria Bocci, Pietro Bongiolatti,
Edoardo Bressan, Marta Busani, Francesco Magni, Luca Pesenti, Paolo Valvo

Meeting di Rimini

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Una mostra documentale per approfondire ad oggi il 1968

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La mostra è nata dal desiderio di un gruppo di studenti universitari – accompagnati da docenti e ricercatori e da insegnanti delle scuole secondarie – di approfondire un momento decisivo della storia del Novecento, il Sessantotto, che a distanza di cinquant’anni rischia di rimanere un «mito» fondativo della società contemporanea (negativo o positivo che sia), senza che se ne comprenda la reale portata storica.

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Il percorso della mostra ha inquadrato il Sessantotto all’interno dei profondi cambiamenti che hanno modificato l’Italia e la società occidentale negli anni Sessanta, a partire dal boom economico e dall’affermarsi del consumismo per arrivare alla contestazione studentesca di fine decennio. È un percorso segnato dall’istanza di autenticità rivendicata dai «giovani», che emergono forse per la prima volta come gruppo sociale autonomo. La mostra affronta poi gli esiti contraddittori della contestazione giovanile che, se porta al superamento di vecchie consuetudini a favore di nuove forme di libertà e di socialità, si risolverà però nel successo di quell’individualismo radicale che ispira la società odierna.

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«Ce n’est qu’un début», recitava uno degli slogan del «maggio francese». In effetti sono tanti i temi emersi nel Sessantotto che ancora oggi ci interpellano: il rapporto padri-figli, le relazioni tra giovani ed adulti, la dialettica fra tradizione e innovazione, la correlazione tra desiderio ed utopia e l’affermazione della soggettività in rapporto al tema dei diritti. È lecito, allora, chiedersi se l’attuale «cambiamento d’epoca» affondi le sue radici anche in quella sorta di «rivoluzione antropologica» che si è avviata negli anni Sessanta. La mostra proverà ad affrontare questi interrogativi, offrendo uno spazio quotidiano di incontro e di dialogo con protagonisti della società di allora e di oggi.

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Tanti sono i temi emersi nel Sessantotto che ancora oggi ci interpellano e ci spingono a chiedersi se l’attuale «cambiamento d’epoca» affondi le sue radici anche in quella sorta di «rivoluzione antropologica» che si è avviata negli anni Sessanta.

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