#225 - 1 settembre 2018
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno di sabato 31 maggio quando lascerà  il posto al numero 364 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Cultura e Società

1968 / 2018 - a cura di Andrea Avveduto, Maria Bocci, Pietro Bongiolatti,
Edoardo Bressan, Marta Busani, Francesco Magni, Luca Pesenti, Paolo Valvo

Meeting di Rimini

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Una mostra documentale per approfondire ad oggi il 1968

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La mostra è nata dal desiderio di un gruppo di studenti universitari – accompagnati da docenti e ricercatori e da insegnanti delle scuole secondarie – di approfondire un momento decisivo della storia del Novecento, il Sessantotto, che a distanza di cinquant’anni rischia di rimanere un «mito» fondativo della società contemporanea (negativo o positivo che sia), senza che se ne comprenda la reale portata storica.

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Il percorso della mostra ha inquadrato il Sessantotto all’interno dei profondi cambiamenti che hanno modificato l’Italia e la società occidentale negli anni Sessanta, a partire dal boom economico e dall’affermarsi del consumismo per arrivare alla contestazione studentesca di fine decennio. È un percorso segnato dall’istanza di autenticità rivendicata dai «giovani», che emergono forse per la prima volta come gruppo sociale autonomo. La mostra affronta poi gli esiti contraddittori della contestazione giovanile che, se porta al superamento di vecchie consuetudini a favore di nuove forme di libertà e di socialità, si risolverà però nel successo di quell’individualismo radicale che ispira la società odierna.

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«Ce n’est qu’un début», recitava uno degli slogan del «maggio francese». In effetti sono tanti i temi emersi nel Sessantotto che ancora oggi ci interpellano: il rapporto padri-figli, le relazioni tra giovani ed adulti, la dialettica fra tradizione e innovazione, la correlazione tra desiderio ed utopia e l’affermazione della soggettività in rapporto al tema dei diritti. È lecito, allora, chiedersi se l’attuale «cambiamento d’epoca» affondi le sue radici anche in quella sorta di «rivoluzione antropologica» che si è avviata negli anni Sessanta. La mostra proverà ad affrontare questi interrogativi, offrendo uno spazio quotidiano di incontro e di dialogo con protagonisti della società di allora e di oggi.

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Tanti sono i temi emersi nel Sessantotto che ancora oggi ci interpellano e ci spingono a chiedersi se l’attuale «cambiamento d’epoca» affondi le sue radici anche in quella sorta di «rivoluzione antropologica» che si è avviata negli anni Sessanta.

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