A dieci anni dalla scomparsa
Treppo Carnico - Friuli Venezia Giulia
Ricordo di Gina Marpillero
Vita di una illustre scrittrice del '900 friulano
Nota di Mario Turello
Si inserisce all'interno della manifestazione Setemane de culture furlane 2018 la mostra "Vita di Gina Marpillero nel '900 friulano".
Presso la Galleria d'Arte Moderna "E. De Cillia", mostra sulla vita della scrittrice nata ad Arta Terme nel 1912.
A dieci anni dalla scomparsa (1912-2008), viene riproposta la mostra che percorre la vita della scrittrice profondamente legata alla valle del But come alla Bassa friulana, sua terra d’adozione. Le sue opere delineano un quadro d’epoca, passando dall’autobiografismo al ritratto della sua terra e della società moderna.
Un omaggio all’autrice di prose, poesie e racconti che, negli anni Trenta, fu un’impiegata della Società Filologica Friulana.
Per meglio conoscere l'autrice e la sua opera trascriviamo una parte del testo di introduzione alla mostra di Mario Turello.
[…] Una vita lunga, quella di Gina, più lunga del “secolo breve”:
Novecento friulano è il titolo, che la mostra riprende, del suo
libro più personale, più intimo.
Da esso e dagli altri suoi, e
da questa mostra, emerge non tanto un affresco storico del
Friuli, quanto un esempio di friulanità incarnata e vissuta:
la se stessa bambina di Arta fu per Gina oggetto, più che di
nostalgia, di fedeltà.
Ricordando la propria ritrosia alla lettura,
ricorda d’averla giustificata constatando che sua madre, donna
che aveva letto pochissimo, «scriveva bellissime lettere, aveva
una mente aperta, una visione equilibrata delle cose, senso
dell’umorismo, comprensione degli altri, generosità d’animo».
Chiunque l’abbia conosciuta, di persona o come autrice,
non mancherà di riconoscere a Gina le stesse doti: apertura
mentale, da vecchia come da giovane; visione equilibrata
delle cose, buone o cattive che fossero; capacità di sorridere,
degli altri e di sé, senza mai irridere; simpatia estesa dalle
persone agli animali e persino agli oggetti; generosità non
solo materiale, ma relazionale; e se sua madre sapeva scrivere
bellissime lettere, bellissime sono quelle scritte da lei a Taliute,
o al nipote Dario, e quasi tutte le sue pagine in versi o in prosa,
in friulano o in quel suo vivacissimo italiano friulanizzante.
Nostalgia per Arta e per la Carnia, amore però anche per
Porpetto e per la Bassa: uno stupendo paragone che Gina fa
tra il But e il Corno, per quanto a favore del primo, si conclude
così: «comunque ho deciso che si possono avere anche due
amori diversi». È una dichiarazione che molto ci dice del suo
animo grande; fa il paio, ad altro livello, con il piacere di fare
due cose allo stesso tempo (durante le rogazioni, sui prati,
mangiare e pregare insieme!). Essere di paese, ma soprattutto
essere, pienamente, da non bastare il tempo, da non
accontentarsi di un’unica manifestazione, o d’una sola alla
volta, di sentimenti o di attività.
Meglio se creative, le attività, e
magari in qualche misura redditizie, ma il più spesso “inutili”, essay writer,
semplicemente belle, semplicemente sue: passioni, appunto. […]