Da una comunicazione delle rivista "Africa"
Qualcosa di positivo si muove in Africa
Ultimo Rapporto ONU
19 milioni gli africani migranti nel continente
Il nuovo documento dell’Unctad rileva come si stia accorciando la forbice tra le migrazioni intra e quelle extra del continente. Ma evidenzia anche i benefici di questi spostamenti. Grazie alle migrazioni cresce il Pil di molti paesi.
La migrazione africana potrebbe stimolare la crescita e trasformare positivamente la struttura dell'economia del continente. È la tesi di fondo del secondo Rapporto sullo sviluppo economico 2018 dell'Unctad (Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo) in Africa: Economic Development in Africa Report: Migration for Structural Transformation, pubblicato il primo giugno.
«I movimenti di popolazione attraverso i confini offrono spesso agli individui la possibilità di una vita migliore con i benefici sociali ed economici che si estendono ai paesi di origine e di destinazione, così come alle generazioni future», ha detto il segretario generale dell'Unctad, Mukhisa Kituyi.
«La nostra analisi dimostra che ciò è vero per milioni di migranti africani e le loro famiglie».
«Eppure gran parte del discorso pubblico, in particolare per quanto riguarda le migrazioni internazionali africane, è pieno di idee sbagliate che sono diventate parte di una narrativa divisiva, ingannevole e dannosa».
La maggior parte dei migranti africani si muove all'interno del continente: nel 2017 19 milioni di migranti si sono trasferiti dentro l’Africa mentre sono stati 17 milioni gli africani che hanno lasciato il continente. Ma il divario si sta restringendo. L’Africa è anche una destinazione migratoria per 5,5 milioni di persone che venivano da fuori dal continente.
Secondo il rapporto, nel 2017 le prime 5 destinazioni migratorie intra-africane (paesi riceventi in ordine decrescente) sono stati in Sudafrica, Costa d'Avorio, Uganda, Nigeria ed Etiopia (tutte oltre 1 milione di migranti).
Dietro i numeri si trova l'analisi economica che mostra il beneficio netto della migrazione in Africa.
Il contributo dei migranti internazionali al Pil è stato misurato nel 19% in Costa d'Avorio (2008), nel 13% in Rwanda (2012), nel 9% in Sudafrica (2011) e nell'1% in Ghana (2010).
Gli afflussi di rimesse verso l'Africa sono aumentati da 38,4 miliardi di dollari (2005-2007) a 64,9 miliardi (2014-2016).
Flussi che hanno rappresentato il 51% dei flussi di capitale privato in Africa nel 2016, rispetto al 42% del 2010.
Ecco perché sia la migrazione intra che quella extra-continente sono necessarie per sostenere la trasformazione strutturale dell'Africa.
Il rapporto fornisce prove sulla «correlazione intima tra due lati della stessa medaglia: la migrazione e il commercio», ha dichiarato Junior Roy Davis dell'Unctad, autore principale del rapporto.
«L'Africa è al culmine di un radicale cambiamento», ha detto. «Il 21 marzo 2018, 44 paesi africani hanno firmato la creazione dell'Area africana continentale di libero scambio e 30 di loro hanno firmato il Protocollo sulla libera circolazione delle persone».
Altri risultati del rapporto:
• L'età media dei migranti internazionali africani nel 2017 era di 31 anni, l'età media più bassa a livello globale.
• Nel 2017, le donne migranti costituivano quasi la metà di tutti i migranti internazionali in Africa (47%). Il numero assoluto di donne migranti internazionali è passato da 6,9 milioni nel 2000 a 11,6 milioni nel 2017.
• L'Africa ospita la maggior parte dei rifugiati e degli sfollati interni.