La rondine
Le puoi osservare poggiate sui tetti, sul bordo di un nido fatto di fango. Ogni primavera è diversa dall'altra, ma di una cosa puoi essere sicuro se guardi il cielo: puoi vedere le rondini, piccole sagome, inconfondibili, con la coda profondamente biforcuta e un volo fatto di splendidi cerchi.
Da più di duemila anni le rondini sono nel nostro cuore. Le rondini fanno parte della nostra cultura e del nostro immaginario comune, forse non immagini neanche quanto. Partiamo da un proverbio italiano: una rondine non fa primavera. Lo avrai sentito mille volte, ma probabilmente non sai che è una frase di Aristotele. Tratta dal saggio Etica Nicomachea e diventata col tempo uno dei proverbi italiani più conosciuti, ci invita a non tirare conclusioni affrettate badando solo alle apparenze.
Ne "Il Riposo durante la fuga in Egitto", conservato alla Galleria Doria-Panphilj a Roma e datato tra il 1595 e il 1600, il Caravaggio immagina un angelo con le ali di una rondine.
Basterebbe già questo motto popolare così antico per capire che le rondini, con la loro bellezza e leggerezza, sono nel nostro cuore da migliaia di anni. Infatti non c'è una sola cultura del Mediterraneo che non abbia, in qualche modo, adorato la rondine dedicandole miti, poesie, leggende, fiabe e persino capolavori d'arte sacra.
IL volo della rondine attraversa diverse culture.
La rondine è protezione, la rondine è speranza. Nell'Islam la rondine è il simbolo della buona compagnia e viene chiamata “uccello del paradiso”, i Greci la vedevano così bella e leggera che la consideravano un dono di Afrodite. Per i romani le rondini erano una manifestazioni dei Lari, le divinità protettrici della case degli uomini: infatti costruiscono il nido proprio sotto i nostri tetti e vivono molto spesso vicino a noi.
Gli antichi egizi, invece, raccontavano che la dea Iside si trasformava in una splendida rondine, la notte, per piangere attorno al sarcofago del marito, il dio Osiride, annunciandone il ritorno dal regno dei morti. Anche nella tradizione cristiana la rondine rappresenta la resurrezione e la passione di Cristo, per questo il suo elegante profilo compare in molte rappresentazioni sacre come la splendida “Madonna della Rondine” di Carlo Crivelli (National Gallery, Londra).
Il nido della rondine ha una forma davvero inconfondibile. Sia il maschio che la femmina contribuiscono a costruire il nido, mescolando con il fango diversi materiali, soprattutto di origine vegetale. L’interno invece è ricoperto da uno strato di soffici piume per accogliere comodamente i nuovi nati e tenerli al sicuro. Prima di conoscere l’uomo le rondini costruivano il nido in natura, all’entrata di caverne, scogliere marine o sotto i rami degli alberi, elementi del loro habitat originario. Oggi la rondine nidifica quasi esclusivamente in luoghi creati o modificati dall’uomo e si è ben adattata a vivere negli ambienti rurali, ma i veloci cambiamenti delle nostre campagne hanno conseguenze negative su questi piccoli uccelli.
In primavera non è solo la rondine a tornare nei nostri cieli, insieme a lei è possibile avvistare anche i balestrucci e i rondoni, specie che è facile confondere. Mentre la rondine e il balestruccio appartengono allo stesso ordine (Passeriformi) i rondoni (rondone comune, rondone pallido, rondone maggiore) appartengono a un ordine completamente diverso (Apodiformi). L’evoluzione però ha voluto che queste tre specie si somigliassero proprio perché specializzare a nutrirsi di insetti durante il loro volo. Ecco qualche trucco per imparare a riconoscerle.
La rondine ha una coda lunga e biforcuta, un becco piccolo e il dorso scuro iridescente che può sembrare bluastro. La caratteristica più riconoscibile sta nella gola e nella fronte che sono di colore arancio scuro, quasi rosso. Il balestruccio invece, anche se di forma e dimensione molto simile, ha la parte superiore del corpo di un nero brillante mentre collo, gola e ventre sono bianchi. Infine c’è il rondone comune che si differenzia da rondini e balestrucci per le sue tipiche ali lunghe e strette “a falce”. Il rondone ha una colorazione nera e la gola bianca.
Piccola, delicata o paziente. Non c'è da stupirsi che la rondine sia stata scelta come protagonista da tanti scrittori di favole, poesie e racconti per bambini. Esopo la fa diventare protagonista di diverse delle sue celebri fiabe di animali. In una di queste storie troviamo appunto una rondinella che, parlando con un usignolo, lo vuole convincere a fare il nido “sotto il tetto degli uomini e a condividere la loro dimora”, ma purtroppo non riesce a fargli cambiare idea. Quello di Esopo è un modo poetico e geniale di raccontarci l'eterna vicinanza tra la casa della rondine e quella degli uomini.
In un'altra fiaba, La Fontaine descrive la rondine come un'esperta viaggiatrice che ne ha viste di cotte e di crude e che, una volta tornata a casa, cerca di mettere in guardia gli uccellini dalle crudeli reti dei cacciatori, ma neanche questi la vogliono ascoltare. I numerosi viaggi compiuti trasformano la rondine, agli occhi dello scrittore, in un grande simbolo di saggezza.
Anche i poeti sono rimasti colpiti dalla straordinaria vicinanza tra la vita delle rondini e quella degli esseri umani. Nella poesia X Agosto, Giovanni Pascoli usa la rondine per descrivere l'intenso rapporto d'amore che lega un padre ai suoi piccoli, e arriva a chiamare “nido” la casa della sua infanzia.
Letteratura, miti e poesia. Da sempre la rondine esercita questo fascino sull'uomo. Ma come mai? Il punto cardine delle suggestioni esercitate dalle rondini sull'uomo è la ciclicità del tempo. Tutte le civiltà antiche erano ossessionate dallo scorrere del tempo e dalla sua misurazione. Misurare il tempo voleva dire controllarlo, programmare la semina e i raccolti, in un certo senso, prevedere il futuro. Per questo gli uomini sono sempre rimasti di stucco nel vedere con che puntualità le rondini tornano dal loro lungo viaggio in Africa proprio nei primi giorni di primavera.
In fin dei conti la rondine rappresenta un nuovo inizio. Lo prova un altro proverbio popolare italiano che dice “San Benedetto, torna la rondine al tetto”, il giorno di San Benedetto infatti secondo il calendario cristiano è proprio il 21 marzo, l'inizio della primavera. Anche i cinesi riconoscevano alla rondine questa straordinaria capacità naturale di regolarsi in base alle stagioni, precisa come un orologio svizzero, e chiamavano l'equinozio “il giorno delle rondini”. Un momento magico celebrato con riti di fecondità. Secondo alcune leggende una ragazza che avesse mangiato un uovo di rondine in questo periodo sarebbe rimasta miracolosamente incinta. La rondine è anche diventata l'uccello-simbolo dell'Estonia: per gli estoni, la rondine è simbolo di libertà e di felicità eterna. Secondo le credenze estoni, se qualcuno uccide una rondine diventa cieco.