#215 - 7 aprile 2018
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di DOMENICA 31 AGOSTO quando lascerà  il posto al numero 366. - BUONE VACANZE A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Pagine Preziose

Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche

Grammatiche della bellezza

Di Paola Mancinelli - Prefazione di Pierangelo Sequeri
Aracne Editrice

L’etimo della bellezza ha da sempre una connotazione filosofica, rappresentando un leitmotiv nell’indagine sulla portata veritativa connessa alla percezione della forma.

La bellezza si dice in molti modi, dunque, e vale per essa ciò che Aristotele disse a proposito dell’essere.
E se è condizione per cui l’essere si manifesta come donazione di senso, la bellezza ha, necessariamente, diverse declinazioni sinfoniche.

Oggi la categoria della bellezza torna a costituire una fonte d’interrogazione esistenziale e civile, assumendo talora toni escatologici o comunque legati a un totalmente altro che produce spaesamento eppure orienta nella vita civile.

Da questa profonda interrogazione nasce l’intreccio tra estetica ed etica di cui la bellezza è fondazione trascendentale, cosicché l’indagine si addentra nella compagine della polis, mostrando come ci sia ancora spazio per una teoria estetica che, ben lungi dall’essere evasione, è testimonianza e profezia dell’umano ancora da redimere. Grammatiche della bellezza ridiscute l’idea di razionalità estetica, imprescindibile per poter riprendere le fila di un’indagine filosofica aperta alle sollecitazioni storiche e capace di alimentare feconde e inedite fusioni di orizzonti.

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