"Non faccio eccezione come tanti artisti vivo con la mia opera e per il mio lavoro che è impossibile
da tradurre in parole e quando, costretto, ci provo, mi sembra che vengano fuori delle terribili banalità.
Negli ultimi anni la solitudine del mio ruolo è stata interrotta dalla stima e dall' entusiasmo
di una persona speciale come Lea Mattarella. Purtroppo Lea oggi non è materialmente tra noi,
ma in nome del suo prezioso incoraggiamento, le dedico questa mostra". (Giuseppe Capitano)
Galleria QUI Arte Contemporanea - Roma
Earth's heart
La natura nelle opere di Giuseppe Capitano
La mostra si inaugura il 10 aprile e resterà aperta fino al 19 maggio
La mostra di Giuseppe Capitano nasce da un’ idea di Lea Mattarella, preziosa ed indimenticabile presenza in tanti anni di vita della galleria e proprio a Lea, nel corso della mostra, verrà dedicata una giornata di incontri.
In mostra 25 opere – molte delle quali inedite - tra sculture, tele e carte dell’artista molisano d’origine ma romano d’adozione, uno dei più significativi nel panorama contemporaneo, noto al pubblico per la sua originale indagine del mondo naturale e vegetale.
Mediante materiali come canapa, carta, tela, gesso, carbone, miele, ortica, malva e soprattutto mediante l’utilizzo di essenze e fibre estratte direttamente dalle piante, Capitano nella sua ricerca, da alcuni anni, pone come punto di partenza l’incontro tra la sfera emotiva personale e la materia, a sua volta transitoria e permanente.
Nonostante la formazione scientifica dell’artista (Laurea in Ingegneria Elettronica), l’approccio sistematico alla sua Arte – sensibile alla tematica ecologista – non è mai né scientifico né razionale. Nelle sue opere tenta di rispondere alla domanda “Che cosa è naturale?”, consapevole dell’abuso che oggi giorno si fa della parola in sé. Secondo Capitano, la Natura è in grado di unire ed accomunare tutti, è il ponte tra Noi e il Cosmo.
Come sottolineato da Margherita D’Amico,“In massima parte, l'arte sembra raccontare la natura in funzione dell'uomo, oppure filtrarla attraverso il suo occhio: dai dettagliatissimi paesaggi e i simboli rinascimentali fino alle nature morte, alle tempeste romantiche e ai giardini impressionisti, si giunge al contemporaneo, sinistro utilizzo di animali morti […]con intuito straordinario Giuseppe Capitano fa il contrario, coglie il genio e la meraviglia proprio nella natura, e ce li restituisce sotto forma di misteriosa speranza, una luce di cui sospettavamo l'esistenza e d'improvviso è lì, fra erbe e foglie d'oro uscite forse dal nostro stesso cuore”.
Da qui il “Cuore”, inteso come centro della terra, simbolo della parte più irrazionale dell’uomo e per questo legame imprescindibile con ogni altra forma di essere vivente.
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