Tra formazione ed approfondimento
Accademia di Belle Arti - Urbino
Segno e forma
Tra i vari incontri con l'autore: "Andirivieni" - scuola di grafica dell'Accademia di Belle Arti di Urbino - anno accademico 2017/18 - quello con la storica dell'arte Brigida Mascitti ha segnato una sintesi storico-artistica del rapporto tra grafica e scultura, sino all'approdo alla terza dimensione come mezzo espressivo autonomo.
Con uno spaccato storico che abbraccia molti decenni, Brigida Mascitti ha posto la sua riflessione sui legami strettissimi tra terza dimensione e segno grafico che con l’evolversi delle generazioni di artisti dal Novecento ad oggi si è fatto sempre più serrato.
Il pensiero genera la forma, la forma è pensabile come segno, questa concezione accomuna artisti che hanno dissolto gli schemi rigidi delle tecniche e dei linguaggi innovando con esiti originali l’interezza della loro poetica sino a farla divenire puro segno nello spazio.
Questa riflessione - afferma Brigida Mascitti - ci pone di fronte ad un linguaggio grafico in continua evoluzione e non più relegato al solo supporto della carta ma via via, trasformatosi in forma aperta, esso proietta il fruitore in un ambito finalmente libero da steccati chiusi.
E a sottolineare il suo pensiero ecco i molti spunti di approfondimento su artisti poliedrici come Duilio Cambellotti (Roma, 1876 - Roma, 1960), Publio Morbiducci (Roma, 1889 - Roma, 1963), Marino Marini (Pistoia, 1901 – Viareggio, 1980), Lucio Fontana (Argentina, 1908 – Varese, 1968), Giacomo Manzù (Bergamo, 1908 –Roma, 1991), Umberto Mastroianni (Fontana Liri, 1910 - Marino, 1998), Emilio Greco (Catania, 1913 – Roma, 1995), Alberto Burri (Città di Castello, 1915 – Nizza, 1995), Pietro Consagra (Mazara del Vallo, 1920 - Milano, 2005), Arnaldo Pomodoro (Morciano di Romagna, 1926), Giuseppe Uncini (Fabriano, 1929 – Trevi, 2008), Giò Pomodoro (Orciano di Pesaro, 1930 – Milano, 2002), Giuliano Vangi (Barberino di Mugello, 1931), Carlo Lorenzetti (Roma, 1934), Mario Ceroli (Castel Frentano, 1938), Giuseppe Penone (Garessio, 1947), Roberto Almagno (Aquino, 1954).
La giovane studiosa non ha dimenticato di spingersi in esegesi riguardanti artisti contemporanei internazionali che della terza dimensione hanno fatto il loro nucleo segnico-espressivo, spesso legando discipline diverse quali la fiber art o la saldatura continua di linee di ferro o acciaio, scotch adesivi lineari, o evocazioni digitali di segni 3D come negli esempi chiari di Silvia Beccaria (Italia, 1965), Sonia Cillari (Italia), Lenore Tawney (USA, 1907 – USA, 2007), Norma Minkowitz (USA, 1937), Kazuko Miyamoto (Giappone, 1942), Nike Savvas (Australia, 1964), Kate MccGwire (Gran Bretagna, 1964), Monika Grzymala (Polonia, 1970), Chiharu Shiota (Giappone, 1972), Christiane Feser (Germania, 1977), Tim Noble e Sue Webster (Gran Bretagna, 1966 e 1967), Antony Gormley (Gran Bretagna, 1950), Andy Goldsworthy (Gran Bretagna, 1956), Motoi Yamamoto (Giappone, 1966), Mark Garry (Irlanda, 1972), Tomas Saraceno (Argentina, 1973), David Oliveira (Portogallo, 1980), Sachin Tekade (India, 1980), Erik Soderberg (Svezia).
Una disamina a largo raggio, dunque, per abbracciare con ampia interpretazione la Grafica, che diviene pensiero onnicomprensivo in una scala di espressività classificabili in senso ampio e centrale nel dibattito contemporaneo.