#206 - 18 novembre 2017
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di mercoledi 30 aprile quando lascerà il posto al n° 363 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA - Nasciamo nudi, umidicci ed affamati. Poi le cose peggiorano - Chi non s ridere non è una persona seria (P. Caruso) - l'amore è la risposta ma mentre aspettate la risposta, il sesso può suggerire delle ottime domande (W. Allen) - Ci sono persone che si sposano per un colpo di fulmine ed altre che rimangono single per un colpo di genio - Un giorno senza una risata è un giorno sprecato C. Chaplin) - "Il tempo aggiusta ogni cosa" Si sbrigasse non sono mica immortale! (F. Collettini) - Non muoverti, voglio dimenticarti proprio come sei (H. Youngman) - La differenza tra genialità  e stupidità è che la genialità  ha i suoi limiti (A. Einstein). -
Iniziative

Dagli incontri promossi dalla Fondazione Nigrizia al Centro Missionari Comboniani

Verona - Vicolo Pozzo 1

Cooperazione armata

Il commercio delle armi

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Mentre il governo italiano pensa a come arginare l’immigrazione spostando i confini delle proprie frontiere all’interno dell’Africa, in modo da fermare chi intende partire già prima che arrivi in prossimità delle coste d’oltre Mediterraneo; il disegno di legge di Bilancio 2018 mostra un incremento annuo del 3,7% (circa 700 milioni) del budget destinato al ministero della Difesa, che passa dai 20,3 miliardi del 2017 ai quasi 21 miliardi del 2018. Un incremento non da poco, se si considera che la voce di spesa prevede un aumento del 10% dei fondi ministeriali destinati all’acquisto di nuovi armamenti (2,3 miliardi) e dei costi previsti per la loro manutenzione (1,7 miliardi).

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Ma l’Italia non arma solo sé stessa. In barba a quel che afferma l’articolo 11 della nostra Costituzione, che ci ricorda che «L’Italia ripudia la guerra, come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali», e alla legge 185 del 1990, che prevede il «divieto di esportazione di armamenti verso paesi in stato di conflitto armato», continua a crescere il numero delle autorizzazioni rilasciate per la vendita in tutto il mondo (ben 82 Paesi ad oggi) di armamenti e sistemi d’arma italiani.

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Una realtà che non preoccupa il governo che, ricorda Francesco Vignarca, coordinatore della Rete italiana per il Disarmo, «dovrebbe esercitare il ruolo del controllore al fine di rilasciare autorizzazioni in linea con le indicazioni della legge i principi della Legge 185/90, non di sponsor dell'industria militare». Ma i numeri di uno stato troppo interessato alle vendite e meno ai controlli ci dicono che l’Italia è terza per numero di Paesi di destinazione delle vendite, dopo Usa e Francia, e che nel 2016 le esportazioni italiane di sistemi militari hanno superato i 14,6 miliardi di euro, con un aumento dell'85,7% rispetto ai 7,9 miliardi del 2015.

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In testa agli 82 paesi destinatari di armi italiane c’è il Kuwait, seguito da Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna, Arabia Saudita, Usa, Qatar, Norvegia e Turchia.
Il valore delle autorizzazioni all’esportazione solo per il 36,9% riguarda i paesi dell’Unione europea e della Nato (5,4 miliardi) la gran parte, cioè il 63,1%, è diretta a nazioni extra Ue e Nato (9,2 miliardi). In particolare, troviamo al primo posto i paesi dell’Africa Settentrionale e del Medio Oriente che con oltre 8,6 miliardi euro ricoprono da soli più del 58,8% delle autorizzazioni.
Prima armiamo i regimi poi cacciamo chi da quei regimi fugge.

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