#203 - 7 ottobre 2017
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rester in rete fino alla mezzanotte di mercoledi 30 aprile quando lascer il posto al n 363 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA - Nasciamo nudi, umidicci ed affamati. Poi le cose peggiorano - Chi non s ridere non è una persona seria (P. Caruso) - l'amore la risposta ma mentre aspettate la risposta, il sesso pu suggerire delle ottime domande (W. Allen) - Ci sono persone che si sposano per un colpo di fulmine ed altre che rimangono single per un colpo di genio - Un giorno senza una risata un giorno sprecato C. Chaplin) - "Il tempo aggiusta ogni cosa" Si sbrigasse non sono mica immortale! (F. Collettini) - Non muoverti, voglio dimenticarti proprio come sei (H. Youngman) - La differenza tra genialit e stupidit che la genialit ha i suoi limiti (A. Einstein). -
Iniziative

Con il contributo di Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
Con il sostegno di SIAE - Società Italiana degli Autori ed Editori,
Fondazione Teatro della Toscana.
Con il patrocinio di Regione Lazio, Roma Assessorato alla Crescita culturale,
Comune di Firenze, Università LUISS “Guido Carli” e UNHCR . In collaborazione con Agiscuola, Casa del Cinema, Compagnia Italiana, Ex Novo, Fondazione Giorgio Cini, Fondazione Giorgio La Pira, Istituto Luce Cinecittà

Roma - Firenze - Venezia

Mediterri-amo

Un progetto di Maurizio Scaparro

Mediterri-amoMediterri-amo

L’idea di Mediterri-amo - scrive Maurizio Scaparro - nasce la sera del 13 novembre 2015 quando, sgomento, guardavo in televisione il succedersi tragico degli attentati di Parigi. Qualche giorno dopo avevo in programma un incontro pubblico a Parigi, con il poeta siriano Adonis per parlare di “Dialogo” e di “Mediterraneo”.
L’incontro venne ovviamente annullato lasciando in me un profondo senso di impotenza.
Ed è proprio per reagire che ho deciso di riunire, in una serie di incontri ed eventi, artisti, poeti, istituzioni pubbliche e private per riaffermare la necessità umana di esprimersi contro l’odio, l’intolleranza, i muri e i reticolati che tornano a dividerci e a dividere la nostra Europa.
Viviamo un periodo storico, artistico e civile nel quale noi Europei del Mediterraneo sentiamo il bisogno e l’obbligo di guardare di nuovo ad Oriente per arrivare, attraverso questo sguardo, a nuove scoperte, nuove conoscenze, nuove identità, anche attraverso questo progetto.
Per farlo dobbiamo sforzarci di guardare oltre, oltre i conflitti, oltre la religione, rapportandoci a quel sogno utopico di convivenza.
Voltando le spalle al Mediterraneo taglieremmo i ponti con le nostre fonti intellettuali, morali, spirituali, ma anche con il nostro futuro.
E’ infatti nel Mediterraneo che l’Europa della Cultura potrà riconquistare la sua prosperità, la sua sicurezza e lo slancio che i suoi padri fondatori le avevano dato.
Oggi più che mai il compito di noi artisti è di ricordare e raccontare storie per recuperare il senso civile del vivere insieme e del confronto, fondamenta della cultura e delle sue vitalissime diversità.

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Il nostro Mediterraneo non è un mare di confine, ultimo avamposto di un’Europa distratta che ha dimenticato le radici del suo passato; non vuole ridursi a campo di battaglia in cui trionfano populismi, paure ed egoismi; ma vuole essere un luogo di riferimento e incontro in cui riconoscersi, avvicinando prima di tutto gli artisti rifugiati, in collaborazione con l’UNHCR, e grandi ospiti italiani tra istituzioni e mondo della cultura per cercare di riabbracciare quei valori comuni di un vivere civile che le tragedie umanitarie sembrano aver spazzato via. Mediterri-Amo è un percorso a tappe nelle città crocevia d’Italia e che hanno costituito momenti fondamentali nella vita artistica di Maurizio Scaparro: Roma, dove il progetto ha avuto la sua apertura il 27 settembre alla Casa del Cinema, in una giornata di studio e incontri aperta alle giovani generazioni con laboratori, letture, proiezioni e racconti; Firenze il 12 e 13 ottobre con una due giorni di eventi e spettacoli al Teatro della Pergola e Venezia il 5 dicembre, con una chiusura dedicata a uno dei massimi drammaturghi per i quali il *Mediterrane è stato punto di riferimento e narrazione fondamentale, Shakespeare.

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E’ possibile passare dal sogno alla re-invenzione della cultura e della vita stessa mediterranea? Passare dallo scontro alla collaborazione? E’ possibile che Ulisse, Sinbad, Marco Polo, Saladino e Don Chisciotte abbiano una discendenza feconda, un avvenire comune e pacifico?
Sono queste alcune delle domande che guideranno le giornate di Mediterri-Amo.

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A Firenze- Teatro della Pergola (12 ottobre) in occasione dei 40 anni dalla sua morte, Maurizio Scaparro e Mario Primicerio vogliono ricordare la storia e la lungimiranza di una delle figure di spicco della storia contemporanea della città di Firenze e italiana, Giorgio La Pira, che già a partire dagli anni Cinquanta aveva colto in pieno il ruolo geopolitico dello “spazio mediterraneo” come punto nevralgico della pace mondiale. Da questa sua intuizione presero forma, tra il 1958 e il 1964, “i Colloqui mediterranei”.
Quattro incontri internazionali focalizzati inizialmente sul dialogo tra le tre famiglie religiose di Abramo (ebrei, cristiani, musulmani) ma che allargarono, ben presto, i loro orizzonti allo storico fenomeno della decolonizzazione - soprattutto nell’Africa sub-sahariana — alla vicenda arabo-israeliana e alla questione razziale nel Sud Africa.
Testimonianze, letture e proiezioni (il significativo ritratto che Giovanni Minoli dedicò su RaiEducational a Giorgio La Pira) ne racconteranno la storia per ribadire con forza come sia necessario “riscoprire” le virtù del dialogo e dell’accoglienza per il futuro del nostro Mediterraneo.
I popoli rivieraschi del Mediterraneo - scrive La Pira - hanno, infatti, che lo vogliano o meno, un comune destino. Essi hanno esercitato una influenza decisiva nel passato della storia dell'umanità.“

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Al Teatro della Pergola (13 ottobre) Mediterri-amo muterà in spettacolo: immagini, parole e musiche del nostro mare con Eugenio Bennato, Stefano Fresi, Lino Guanciale, Enzo Moscato, Orchestra Almar’à, Orchestra di Piazza Vittorio, Alessandro Preziosi, Claudio Romano, Pasquale Scialò, Peppe Servillo, Solis String Quartet e la regia di Ferdinando Ceriani.

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Il Mediterraneo come culla dell'arte, come crocevia di lingue e di suoni, di dialetti e di colori, di sogni e di speranze, verrà raccontato dalla voce e dalla musica di alcuni grandi protagonisti della scena italiana e non solo, attraverso un vero e proprio viaggio di immagini, parole e suoni per riaffermare che l’Europa non deve voltare le spalle al Mediterraneo. Così facendo taglierebbe i ponti con le proprie fonti intellettuali, morali e spirituali.

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La serata, di cui parte dell’incasso sarà devoluto all’UNHCR, inizierà con un omaggio alla storia artistica di Maurizio Scaparro, da sempre attento promotore della cultura mediterranea, e a un suo grande compagno di viaggio, Giorgio Albertazzi ricordando le Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar, spettacolo-cult che ha girato l’Italia e l’Europa.
L’imperatore Adriano era nato in Spagna, ha parlato latino a Roma, in greco ha studiato e pensato e sulle rive dell’Eufrate ha conosciuto il potere.”
Da queste parole della Yourcenar si partirà per raccontare il nostro Mediterraneo. Tante partecipazioni prestigiose che hanno nella contaminazione linguistica e musicale il loro fil rouge: la musica multietnica dell’Orchestra di Piazza Vittorio a cui si uniranno anche Pasquale Scialò e Enzo Moscato, la grande tradizione musicale partenopea reinterpretata da Peppe Servillo accompagnato dai virtuosi Solis String Quartet, la musica mediorientale che s’impasta con i sounds della musica popolare del Sud Italia con Eugenio Bennato e i suoi Taranta Power, i suoni del deserto e delle medine che si affacciano sul mare nei canti dell’orchestra Almar’à, la prima orchestra di donne arabe nata in Italia, e poi le voci dei poeti di un tempo e dei migranti di oggi che vedono le interpretazioni di Lino Guanciale, di Alessandro Preziosi e di Stefano Fresi, capace di farci sorridere, con leggerezza, anche quando si parla di rifugiati.

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