#199 - 18 agosto 2017
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrŕ  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerŕ  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, puň durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni piů importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchč" (Mark Twain) "L'istruzione č l'arma piů potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non č un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchč i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltŕ  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensě nella capacitŕ  di assistere, accogliere, curare i piů deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltŕ  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo č un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminositŕ , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Pagine Preziose

La pianura pontina nel settecento

Raffaele Panico - Bibliotheca Edizioni

Queste pagine sono il frutto di un lavoro di ricerca sulle controversie economico-ambientali nel territorio pontino del Settecento, tenendo presente e considerando che i tentativi fatti per attuare una bonifica complessiva di quelle terre solo nel corso del Novecento, e nel volgere di pochi decenni riuscì, con una metamorfosi senza precedenti: mutare la natura ad opera della capacità d’intervento dell’uomo. Il paesaggio potremmo definirlo come la manifestazione sensibile dell’opera umana sulla natura, l’ambiente invece come il risultato dell’interazione dell’uomo con la natura. Il paesaggio e l’ambiente sono stati profondamente trasformati nella regione storica pontina che, da inospitale terra palustre quale era, ne divenne una nuova provincia del Lazio. Dapprima, con una emigrazione di coloni veneti, e con immigrati dal napoletano e dal Sud, poi con profughi dall’Istria e dalla Dalmazia non più italiane, con altri profughi italiani dalla Libia e dall’Africa orientale, infine, con gente da tutta l’Italia entrata al seguito delle industrie che dal Nord si insediavano nella provincia pontina.

Il lavoro si prresenta con la seguente articolazione:

  1. La sostenibilità della crescita economica in una società di Ancien Régime sottoposta ai limiti dell’ambiente 15
  2. Il paesaggio delle paludi pontine e le nuove esigenze territoriali 23
  3. Autori e voci di fine Settecento: una nuova percezione dell’ambiente naturale 27
  4. Il condizionamento permanente della malaria nella regione storica pontina 33
  5. Documenti e fonti librarie: gli interessi economici, i progetti e i progressi 43
  6. Un nuovo approccio al territorio: il progetto dei “Circondari Miliarj” e l’introduzione della tassa di “Migliorazione”
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