#109 - 27 ottobre 2014
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rester in rete fino alla mezzanotte di mercoledi 30 aprile quando lascer il posto al n 363 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA - Nasciamo nudi, umidicci ed affamati. Poi le cose peggiorano - Chi non s ridere non è una persona seria (P. Caruso) - l'amore la risposta ma mentre aspettate la risposta, il sesso pu suggerire delle ottime domande (W. Allen) - Ci sono persone che si sposano per un colpo di fulmine ed altre che rimangono single per un colpo di genio - Un giorno senza una risata un giorno sprecato C. Chaplin) - "Il tempo aggiusta ogni cosa" Si sbrigasse non sono mica immortale! (F. Collettini) - Non muoverti, voglio dimenticarti proprio come sei (H. Youngman) - La differenza tra genialit e stupidit che la genialit ha i suoi limiti (A. Einstein). -
Cinema

Dal Festival del Cinema di Roma "Gone Girl"

David Fincher è tornato

di Giada Gentili

Con "Gone Girl" David Fincher è tornato a colpi di narrazione serrata e imprevedibilità, dopo il film-tartaruga che fu "Il curioso caso di Benjamin Button" e la biografia ben riuscita di Mark Zuckerberg in "The Social Network". Per stupire il pubblico al cinema si ricorre sempre più spesso ad effetti speciali mastodontici o cast a 5 stelle, Fincher stavolta ha usato la solida e potente sceneggiatura di Gillian Flynn (che ha scritto anche il libro da cui è tratto il film). Un'opera sopratutto da leggere quindi, seguire, scrutare: protagonista Nick Dunne, Ben Affleck (le cui spalle sono una bella dimostrazione di quanto si stia preparando bene a “Batman v Superman"), che viene accusato dell’omicidio della moglie scomparsa Amy. Da un incipit così banale è stato tirato su un thriller acuto, un film sociologico, antropologico, e anche un tantino splatter.

Dal Festival del Cinema di Roma Dal Festival del Cinema di Roma

Splendida interpretazione dell'attrice protagonista Rosamund Pike che odora di Oscar (o quantomeno di candidatura) e riuscito il gioco con cui lo spettatore al cinema diventa anche spettatore all’interno del film: a portare avanti le varie teorie dei colpevoli, della violenza, è infatti mamma televisione, i cui riflettori donano luce positiva o negativa ai suoi protagonisti. David Fincher riesce a trasportare chi ha pagato il biglietto al cinema, su un divano a casa, chiedendogli quanto sia colpevole Ben Affleck, chi è la bestia, chi il vero mostro, in un continuo spostamento dell’ago della bilancia.

Dal Festival del Cinema di Roma Dal Festival del Cinema di Roma

La televisione è trascinata al livello infimo che merita, senza arrivare a brutalizzarla come in "Hunger Games", ma prendendosene gioco fino a ridurla a un semplice giocattolo con estrema intelligenza. Il titolo tradotto in italiano “L’amore bugiardo” è inutile e anche pericoloso per chi non ha visto il film, si intuisce molto, troppo, della trama, “Gone girl” era sufficientemente semplice da poter essere compreso dai più. Ultima pecca: il finale, sì inatteso (e questo è già un punto a favore) ma poco definitivo e molto vago, sono uscita dal cinema con la tentazione di andare a cercare Fincher e chiedergli in ginocchio, di aggiungere 5 minuti davvero conclusivi al film.

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