#197 - 8 luglio 2017
AAAAA ATTENZIONE questo numero rester in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascer il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore gi in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore superer l'amore per il potere, sia avr la pace (J. Hendrix)
Ambiente

Un impegno non più procrastinabile

in difesa del territorio

Dissesto idrogeologico

di Loredana Cruciani

Presidente Ecosezione Roma Regione- Movimento Azzurro

Dissesto idrogeologicoDissesto idrogeologico

Il dissesto idrogeologico è tematica, sicuramente, di grande valore istituzionale e di estremo interesse per il nostro paese il cui territorio seppur di straordinaria bellezza naturale ed architettonica per la ricchezza di biodiversità, per la millenaria tradizione culturale e storica, per la sua unicità ed autenticità è, tuttavia, allo stesso tempo, un territorio molto fragile, delicato, vulnerabile, sottoposto nel corso degli anni a incuria umana, maltrattamenti, trascuratezza e soggetto, da sempre, ai grandi rischi naturali.
Un contesto in cui sono sempre più evidenti anche gli effetti dei recenti repentini cambiamenti climatici che comportano ulteriori disagi e, spesso, conseguenze disastrose.

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Per tale annoso e preoccupante fenomeno del dissesto idrogeologico e delle relative e consequenziali criticità emergenziali, quali idonee ed adeguate misure di protezione civile, di prevenzione e manutenzione dei rischi territoriali adottare, allora?
Il rischio idrogeologico è da ritenersi uno dei maggiori rischi ambientali, oltre quello sismico e quello vulcanico, connesso alle attività umane.
L’etimologia del termine, “idro”, dal greco che sta a significare acqua e “geo-logos”, discorso relativo alla Terra, richiama l’elemento acqua che potrebbe far meno paura e, invece, abbiamo tutte le ragioni per stare in guardia da questa categoria.
In idrologia e ingegneria ambientale, con il termine rischio idrogeologico, si indica la pericolosità connessa all’instabilità dei versanti o dei corsi fluviali in conseguenza a particolari aspetti geologici e geomorfologici ed a particolari condizioni ambientali, meteorologiche e climatiche, tre fattori fortemente influenzati dalle attività umane.

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L’impatto umano influenza, pertanto, fortemente la conformazione geologica e geomorfologica del suolo, così a un certo numero di attività umane è seguito un aumento del rischio idrogeologico soprattutto in alcuni Comuni d’Italia.
Tutte quelle attività umane in essere che prevedono la modificazione del territorio ovvero la costruzione di infrastrutture, quali strade, ponti, ferrovie, edifici, abitazioni, etc. e che vanno ad intaccare la stabilità naturale del territorio, incrementando fenomeni erosivi e l’instabilità del suolo, aumentano di fatto il rischio idrogeologico.
Una nazione quindi che appare molto fragile in cui anche l’abusivismo, il disboscamento e l’urbanizzazione irrazionale rendono gran parte del territorio italiano a rischio di eventi calamitosi. Gli effetti violenti della natura, come una scossa sismica o lo straripamento di un fiume, sono fenomeni casuali e non prevedibili. La trasformazione di questi fenomeni in catastrofi è solo opera dell’uomo che, con le sue molteplici attività, ha alterato il delicato equilibrio naturale.
Tante, quindi, le Associazioni eco-culturali impegnate in prima linea per la mitigazione ed il contrasto del rischio idrogeologico, per una gestione del territorio più razionale e compatibile con l’ambiente naturale. Si rende necessario ridisegnare e costruire il territorio in maniera più sicura e attuare una pianificazione degli interventi di prevenzione su tutto il bacino idrografico. Gran parte della superficie del paese è infatti interessata da corsi d’acqua che se da un lato è un bene perché rende fertili i territori, dall’altra è anche vero, che in certe condizioni, i corsi d’acqua si possono trasformare in agenti distruttivi. La cementificazione e l’urbanizzazione, la modifica del percorso dei fiumi, la carenza di manutenzione, possono trasformare, in caso di piogge eccezionali, un fenomeno naturale in una catastrofe. Grazie alle analisi delle previsioni atmosferiche ed al monitoraggio dei corsi d’acqua, è possibile prevedere l’arrivo di un’alluvione, permettendo di organizzare in tempo la messa in sicurezza della zona.

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Tante quindi le iniziative in tal senso, mediante l’organizzazione di convegni, workshop, tavole rotonde, proposte da parte delle associazioni ambientaliste, dagli Enti territoriali e dalle stesse Istituzioni Statali, volte a promuovere la tutela e la difesa dell’ambiente, la prevenzione dei disastri naturali, la gestione sostenibile delle risorse naturali e la tutela della salute da attuarsi attraverso adeguati piani di azione settoriali tesi a ridurre al minimo i rischi derivanti dai repentini cambiamenti climatici, a proteggere la salute, il benessere e i beni della popolazione, a preservare il patrimonio paesaggistico-naturale ed a trarre vantaggio dalle eventuali opportunità che si potranno presentare con le nuove condizioni climatiche e con il surriscaldamento globale.

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Per tutto questo è fondamentale sviluppare anche nei cittadini come negli amministratori locali e nazionali una politica della prevenzione affinchè non si possano più rivivere le tragiche esperienze come furono quelle ad esempio di Sarno nel 1998 e di Soverato nel 2000. L’Italia, paese che può contare non solo su un sistema nazionale di protezione civile di altissimo livello, uno dei migliori del mondo, ma anche di un notevole e rilevante sistema di forze dell’ordine, (il corpo nazionale dei vigili del fuoco, la polizia di Stato, l’arma dei Carabinieri, l’esercito e di tutte le forze in essere), ha le capacità e le competenze professionali per organizzare tempestivamente soccorsi in occasione di eventi calamitosi permettono di salvare tante vite umane e i beni delle comunità, consentendo in breve tempo la ripresa delle normali condizioni di vita, per organizzare una sempre più efficiente macchina dei soccorsi, per prevedere i fenomeni precursori e l’individuazione delle aree a rischio, nella prevenzione e nella pianificazione.

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Lo Stato, in primis, ha pertanto il dovere di garantire risorse adeguate e misure efficienti dal punto di vista delle procedure e di porre la massima attenzione sulla necessità assoluta di maggiori investimenti in termini di prevenzione, attraverso cui affermare una nuova cultura dell’impiego del suolo che metta al primo posto la sicurezza della popolazione e ponga fine da un lato a usi speculativi e abusivi del territorio, dall’altro al suo completo abbandono.
Il dissesto idrogeologico è un fenomeno che deve essere quindi sinergicamente affrontato e contrastato nella sua interezza e complessità da tutte le forze politiche ed istituzionali attraverso ogni utile concreta iniziativa e idonea misura per lo sviluppo sostenibile del territorio e per il benessere della collettività.
Attesa la complessità normativa e la delicatezza sostanziale del fenomeno del dissesto idrogeologico, non può certo esaurirsi in questa mia brevissima riflessione ma deve essere costantemente attenzionato nelle sedi parlamentari con soluzioni normative, giuste e tempestive, nonché con adeguate risorse.

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