Una iniziativa sezione Ucai-La Pigna di Brasile e Portogallo
Galleria Ucai-La Pigna - Roma
Arte brasiliana a Roma
di Dante Fasciolo
Per la trentaseiesima volta, Giovanni Nicotra organizza, presso la storica Galleria UCAI-La Pigna di Roma, l’annuale mostra di artisti brasiliani.
In questa occasione espongono anche artisti portoghesi ed europei i cui lavori testimoniano, ancora una volta, tutto lo spirito di una terra antica e generosa.
Le atmosfere tipiche dell’America del Sud e Centrale vivono nei quadri esposti e sottolineano una vocazione che ha con sé il sapore culturale europeo a lungo impresso dalle nazioni che hanno esercitato conquiste ed egemonie come la Spagna, il Portogallo, l’Inghilterra…e il valore dell’amicizia – è stato ricordato nel corso della presentazione – trasmesso dagli italiani che hanno saputo sottrarsi alle egemonie e alle conquiste mitigando le differenze e avvicinando sempre più il comune sentire con le popolazioni.
Questo equilibrio riverbera dai quadri di Eunice Khoury le cui tele dense di colore si fanno interpreti di una forte vibrazione umorale e solare; e dalle porte di Edoardo Pacelli che emanano il calore del sole e il sapore del mare: l’infinito della natura e del creato, a sottolineare…”Che Dio è dietro ad ogni porta che la scienza apre…”.
Le tele di Isabella Starnoni hanno il potere di trascinarci nei loro vortici, variegate stratificazioni che sembrano ricordarci le difficili cadenze della vita: ritmi di un orologio segnatempo impietoso, ma capace di farci riflettere sulla bellezza dell’esistenza e sulla necessaria, inevitabile caducità.
Bellezza e caducità simboleggiate dai vivaci colori dei fiori ai quali Nanci De Carvalho Resende affianca
uomini, donne e bambini in fila in una composta processione religiosa foriera di consapevolezza, di impegno e di fede.
Religiosità e natura sono presenti anche nei lavori di Alessandro Fagiolo , fotografo romano innamorato del Brasile: in bianco e nero due grandi immagini per testimoniare la fede di un popolo attraverso una foto della Chiesa di Santa Barbara – stile barocco europeo mitigato da inflessioni architettoniche sudamericane – ripresa dal basso per sottolineare la tendenza all’alto dell’intera struttura, e le possenti, potenti cascate di Iguazù per sottolineare la forza della natura che ha voluto prendere alloggio in queste terre.
Ai contrasti dei bianco/neri ecco il tenue rincorrersi di significativi versi di Placidino Guerrieri Brigagao, unico poeta presente alla rassegna, il quale ha intrattenuto i convenuti con la lettura di poesie dedicate al dialogo tra le tre grandi religioni monoteiste, alla pace, alla giustizia e alla fratellanza, valori che hanno occupato le pagine di un serie di volumi del poeta esposti nel corso della mostra.
Le opere di Paola Reschini Mengoni mettono al centro della tela un Brasile geografico stilizzato ed un lanciere difensore che vuole simboleggiare la sua azione con un arcobaleno, e una seconda tela ispirata ai simboli religiosi che fanno da cornice a uomini in preghiera.
Altra testimonianza di valore è offerta da Valeria Pinheiro la quale, educatrice volontaria tra i bambini africani, ha esposto una sua serie di volti di bambini e una serie di disegni realizzati dai bambini della sua scuola ispirati alla vita quotidiana dei loro villaggi; una esperienza di alto valore educativo, sociale ed anche artistico che sottolinea come l’espressione attraverso il disegno e i colori possa rendere efficacemente comunicativa una situazione di vita individuale e collettiva.
A rafforzare questa idea un giovane pittore tredicenne, Pietro Zilio, che ha presentato alla mostra il suo leone, fascinoso prototipo del suo amore per gli animali.
Infine le opere fotografiche di Maristela Giassi, un lavoro che l’ha tenuta impegnata per lunghi dieci anni :
una grande tela, ritratto di un indigeno di una tribù che ancora vive refrattaria all’evoluzione del paese, e un album di fotografie di altri indigeni della stessa etnia…dieci anni per convincerli a posare superando la paura che la macchina fotografica rubasse la loro anima. Una impresa che merita ammirazione, e che ci restituisce una immagine di grande originalità e di grande tenerezza…un invito a riconsiderare l’omologazione imperante della nostra società, e la libertà fisica ed interiore di chi vive una vita di pienezza etica.
Quella condizione contraddetta dall’uomo fin dall’alba della sua creazione…ce lo ricorda ancora con un piccolo quadro Alessandro Ferreira De Andrade che presenta l’immagine di una scultura ricavata da un frutto brasiliano…eco dell’antica mela…monito per una nuova tentazione.