Quinta edizione del Festival - in corso con termine 11 giugno
Ascoli Piceno
I teatri del sacro
Nota di Fabrizio Fiaschini - Direttore Artistico del Festival
I Teatri del Sacro non è solo un Festival e neppure una semplice vetrina di nuove produzioni.
È in prima istanza un’avventura artistica e culturale dedicata alle intersezioni, sempre più diffuse, fra il teatro, la ricerca religiosa e la tensione spirituale: un ‘corpo a corpo’ libero e sincero con le domande della fede, acceso dall’azione drammatica.
Uno sguardo inedito, che in questi anni si è imposto nel panorama nazionale per l’interesse e la qualità dei lavori presentati, scelti e coprodotti attraverso una lunga e articolata selezione a cui, per questa edizione, hanno partecipato oltre 250 artisti e compagnie provenienti da tutta Italia.
La novità più evidente di questa quinta edizione risiede senza dubbio nella decisione di spostare il Festival da Lucca (sua sede storica dal 2009) ad Ascoli Piceno, dal 5 all’11 giugno: una città che, nella sua luminosa veste in travertino bianco, si presenta come un vero gioiello segreto di arte e cultura, custode di beni artistici e architettonici di primissima importanza e di una memoria del sacro antica e silenziosa, che ancora risuona nel fitto intrico delle sue ‘rue’ medievali e delle sue meravigliose piazze.
Oggi, però, Ascoli Piceno è anche al centro di un territorio duramente segnato dai terremoti che hanno colpito le Marche e tutto il centro Italia.
Anche per questo I Teatri del Sacro ha scelto Ascoli Piceno: per dimostrare che, nonostante le prove e le difficoltà , il volto più autentico di quella città e di quelle comunità è ancora il volto della vita, della bellezza e dell’ospitalità , il volto della creatività e dell’innovazione, del desiderio di fare arte e cultura.
Questo significa per noi essere ad Ascoli: sostenere con il Festival e con l’intensità comunicativa del teatro un processo solidale di rinascita e di ricostruzione culturale che fa di Ascoli e del suo territorio un bene comune da riscoprire e da visitare in tutta la sua vivacità progettuale, nella sua straordinaria capacità di rinnovare con coraggio e determinazione la scommessa con il futuro.
Come sempre, poi, non saranno solo gli spettacoli vincitori a illuminare la scena ascolana, ma una ricca proposta di eventi e laboratori che coinvolgeranno anche la comunità locale, a partire dalla Casa dello Spettatore, dove si terranno i seminari con il pubblico condotti da Giorgio Testa e gli incontri con gli artisti dopo ogni giornata di spettacoli; e ancora il laboratorio di danza sulle relazioni familiari realizzato dalla compagnia Sonenalè con famiglie ascolane e la performance di comunità di Minimo Teatro sul testo di Processo a Gesù di Diego Fabbri; infine la sezione speciale Fedi in gioco, realizzata in collaborazione con Acec, in occasione delle Giornate Nazionali delle Sale della Comunità : un focus fra cinema e teatro sul tema dei migranti, con il documentario Dustur (di Marco Santarelli) e lo spettacolo Leyla della Tempesta (regia di Alessandro Berti), entrambi ispirati all’esperienza di padre Ignazio de Francesco nel carcere della Dozza di Bologna, e lo spettacolo Questo è il mio nome della Compagnia Teatro dell’Orsa, uno dei vincitori del Bando Migrarti del Mibact.