#190 - 14 aprile 2017
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di DOMENICA 31 AGOSTO quando lascerà  il posto al numero 366. - BUONE VACANZE A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Humour (non sempre) per riflettere

Dizionario

di Giuseppe Sanchioni

Continua senza sosta l’adeguamento del dizionario italiano al politicamente corretto del nuovo millennio che avanza.
Storicamente questo revisionismo si potrebbe far partire, e forse in pratica finire, dalla rivoluzione francese, quando i sudditi diventarono, finalmente, cittadini.
Dopo ha toccato un po’ tutte le attività umane.
Ad esempio, nel tempo i bidelli sono stati trasformati in collaboratori scolastici, i portantini in operatori sanitari, gli spazzini in operatori ecologici, passando però attraverso la fase dei netturbini, i tartassati di Totò e Fabrizi sono diventati contribuenti, loro malgrado e sempre in debito.

Più recentemente, i cuochi sono tutti diventati chef, anche se i piatti più buoni sono quelli fatti in famiglia.
Il varietà televisivo si è trasformato in talent, dove c’è molta gente che sa fare poco.
Gli sceneggiati della vecchia TV in bianco e nero sono diventati fiction, anche se sono sempre a puntate, che quando diventano vitalizie si trasformano in serial.

Ma ora il revisionismo tocca anche il mondo carcerario.
Infatti, dal 31 marzo scorso, leggiamo che le celle si chiamano camere di pernottamento.
Magari ora gli ergastolani si chiameranno pernottanti a tempo indeterminato mentre gli altri carcerati si chiameranno pernottanti a tempo determinato o addirittura pernottanti precari, visti i tempi.

Purtroppo però la sostanza delle cose non cambia e le problematiche rimangono senza soluzione, anche perché cambiare il nome delle cose non ne modifica la realtà.
Della serie come trasformare il facile nel difficile passando per l’inutile.

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