#108 - 20 ottobre 2014
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Ambiente

da un recente convegno all'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa

la posizione della Coldiretti

Ogm, una falsa opportunità

Coldiretti, principale organizzazione degli agricoltori sottolinea il pericolo di una diffusione degli organismi geneticamente modificati. E invoca il rispetto del principio europeo di precauzione. Per tutelare la diversità e la qualità dei prodotti made in Italy .

Ogm, una falsa opportunitàOgm, una falsa opportunità

“Dagli Anni ’90 le colture agricole hanno perso il 75% della diversità genetica. Il vero problema è bloccare questa diminuzione e distribuire meglio la produzione e il consumo di cibo, non di autorizzare l’utilizzo di organismi geneticamente modificati”.
Il messaggio arriva da Cinzia Coduti, responsabile Ambiente e Territorio di Coldiretti, intervenuta nella giornata conclusiva dell’XI Forum dell’Informazione per la Salvaguardia della Natura organizzato all’università Suor Orsola Benincasa dall’associazione Greenaccord Onlus e dal Comune di Napoli.

Un tema, quello degli Ogm, che appassiona molto gli oltre cento giornalisti stranieri presenti in sala e divide l’opinione pubblica. Ma che è visto con preoccupazione dagli agricoltori italiani.

“Alla base della nostra contrarietà – osserva Coduti - c’è la volontà di difendere la nostra distintività e unicità, che passa attraverso la bellezza del nostro territorio e delle diverse produzioni agroalimentari che permettono al made in Italy di essere conosciuto, apprezzato e invidiato in tutto il mondo”.

Ogm, una falsa opportunitàOgm, una falsa opportunità

C’è poi l’esigenza di evitare un’omologazione di gusti e prodotti che certamente non è utile né per i consumatori né per l’ambiente. “Noi possiamo fare tanto e avere tanto dalle nostre produzioni già oggi, senza ricorrere agli Ogm, tutelando al tempo stesso biodiversità, territori e conservazione delle risorse naturali”, commenta Coduti, che sottolinea al tempo stesso i pericoli per la salute pubblica derivante dall’uso di materie prime geneticamente modificate che potrebbero causare danni nel medio e lungo periodo.
In tre parole: principio di precauzione. “Un principio più volte ricordato in numerose sentenze della magistratura italiana ed europea. Pochi mesi fa, ad esempio, il Tribunale amministrativo del Lazio ha sentenziato che quando sussistono incertezze riguardo all’esistenza o alla portata di rischi per la salute delle persone, possono essere adottate misure protettive senza dover attendere che siano esaurientemente dimostrate la realtà e la gravità dei rischi”.

E, sottolinea Coldiretti, non bisogna dimenticare l’importanza di un’educazione alimentare che coinvolga tutte le generazioni. “L’informazione corretta è essenziale. Dobbiamo abituarci a distinguere le differenze tra i prodotti, la loro provenienza, il loro metodo di coltivazione. Dobbiamo insegnare a leggere bene le etichette per capire che cosa compriamo”. Una scelta consapevole sul nostro stile di alimentazione che può fare la differenza.
Per la salute di ciascuno di noi e per il futuro dell’ambiente.

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