#186 - 11 marzo 2017
AAAAA ATTENZIONE questo numero rester in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascer il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore gi in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore superer l'amore per il potere, sia avr la pace (J. Hendrix)
Fotografia

Un’umanità plurale, altrove rappresentata senza volto e senza voce,
anima i percorsi testimoniati in questo libro. (Alessandro Leogrande)

Un libro - tante storie per immagini

Harraga

di Giulio Piscitelli - Agenzia Contrasto

Con un’introduzione di Alessandro Leogrande
e le mappe originali di Philippe Rekacewicz.

La nostra imbarcazione, dieci metri di legno invecchiato da anni di mare, prosegue senza sosta per le prime otto ore sotto il peso di 120 corpi. (Giulio Piscitelli)

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Harraga è il primo libro di Giulio Piscitelli, fotogiornalista italiano il cui lavoro è rappresentato dall’Agenzia Contrasto.
Harraga è il termine con cui, in dialetto marocchino e algerino, si definisce il migrante che viaggia senza documenti, che “brucia le frontiere”.

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Giulio Piscitelli ha seguito le rotte dei migranti che provano a entrare in Europa.
Lo ha fatto nel Mediterraneo orientale e in quello occidentale, imbarcandosi in Tunisia per raggiungere le coste italiane, documentando le enclave spagnole di Melilla, i viaggi verso Lampedusa, i profughi del Corno d’Africa che attraversano il deserto, i siriani, gli iracheni, gli afghani che approdano sulle isole greche nella speranza di raggiungere l’Europa.
Frutto di un lungo progetto iniziato nel 2010, Harraga è una testimonianza unica, in immagini e parole, del periodo storico che stiamo attraversando; un archivio visivo che lascia un segno indelebile nella mente di chi guarda.

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Le immagini del libro documentano le lunghe attese prima della partenza (trascorse in appartamenti gestiti da bande mafiose locali che lucrano sul traffico di migranti), il tragitto, l’arrivo.
Un approdo, però, che non significa la fine del viaggio.
Quello di Piscitelli è infatti anche il primo reportage che documenta cosa attende i migranti al loro arrivo: i CIE, lo sfruttamento della manodopera a Rosarno, i campi di Castelvolturno.

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Giulio Piscitelli ha seguito anche La Rotta Balcanica documentando gli sbarchi sull’Isola di Kos e di Lesbo le migliaia di persone a Idomeni in attesa di attraversare il confine tra Grecia e Macedonia.
La testimonianza presentata in Harraga è un lungo racconto che si articola in tre momenti fondamentali che corrispondono alle diverse fasi del reportage: dalle rotte africane verso l’Europa, passando per l’Italia e la Francia, fino ad arrivare alla rotta balcanica.

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Un diario visivo, un itinerario vissuto e raccontato in prima persona dal fotografo stesso. La spontaneità e l’intensità della scrittura diaristica, che accompagna con un unico grande sguardo le fotografie, amplifica il valore della testimonianza.
L’attenzione del fotografo incontra “l’uomo” di cui racconta caso per caso e con grande umanità le esperienze e i drammi personali.

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Con questo reportage Giulio Piscitelli ha vinto la 13esima edizione del Premio Amilcare G. Ponchielli, istituito dal GRIN (Gruppo Redattori Iconografici Nazionale).

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