#186 - 11 marzo 2017
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarr in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascer il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, pu durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni pi importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perch" (Mark Twain) "L'istruzione l'arma pi potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perch i servizi sanitari siano accessibili a tutti. Papa Francesco Il grado di civilt di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bens nella capacit di assistere, accogliere, curare i pi deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civilt di una nazione e di un popolo. Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosit, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Fotografia

Un’umanità plurale, altrove rappresentata senza volto e senza voce,
anima i percorsi testimoniati in questo libro. (Alessandro Leogrande)

Un libro - tante storie per immagini

Harraga

di Giulio Piscitelli - Agenzia Contrasto

Con un’introduzione di Alessandro Leogrande
e le mappe originali di Philippe Rekacewicz.

La nostra imbarcazione, dieci metri di legno invecchiato da anni di mare, prosegue senza sosta per le prime otto ore sotto il peso di 120 corpi. (Giulio Piscitelli)

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Harraga è il primo libro di Giulio Piscitelli, fotogiornalista italiano il cui lavoro è rappresentato dall’Agenzia Contrasto.
Harraga è il termine con cui, in dialetto marocchino e algerino, si definisce il migrante che viaggia senza documenti, che “brucia le frontiere”.

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Giulio Piscitelli ha seguito le rotte dei migranti che provano a entrare in Europa.
Lo ha fatto nel Mediterraneo orientale e in quello occidentale, imbarcandosi in Tunisia per raggiungere le coste italiane, documentando le enclave spagnole di Melilla, i viaggi verso Lampedusa, i profughi del Corno d’Africa che attraversano il deserto, i siriani, gli iracheni, gli afghani che approdano sulle isole greche nella speranza di raggiungere l’Europa.
Frutto di un lungo progetto iniziato nel 2010, Harraga è una testimonianza unica, in immagini e parole, del periodo storico che stiamo attraversando; un archivio visivo che lascia un segno indelebile nella mente di chi guarda.

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Le immagini del libro documentano le lunghe attese prima della partenza (trascorse in appartamenti gestiti da bande mafiose locali che lucrano sul traffico di migranti), il tragitto, l’arrivo.
Un approdo, però, che non significa la fine del viaggio.
Quello di Piscitelli è infatti anche il primo reportage che documenta cosa attende i migranti al loro arrivo: i CIE, lo sfruttamento della manodopera a Rosarno, i campi di Castelvolturno.

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Giulio Piscitelli ha seguito anche La Rotta Balcanica documentando gli sbarchi sull’Isola di Kos e di Lesbo le migliaia di persone a Idomeni in attesa di attraversare il confine tra Grecia e Macedonia.
La testimonianza presentata in Harraga è un lungo racconto che si articola in tre momenti fondamentali che corrispondono alle diverse fasi del reportage: dalle rotte africane verso l’Europa, passando per l’Italia e la Francia, fino ad arrivare alla rotta balcanica.

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Un diario visivo, un itinerario vissuto e raccontato in prima persona dal fotografo stesso. La spontaneità e l’intensità della scrittura diaristica, che accompagna con un unico grande sguardo le fotografie, amplifica il valore della testimonianza.
L’attenzione del fotografo incontra “l’uomo” di cui racconta caso per caso e con grande umanità le esperienze e i drammi personali.

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Con questo reportage Giulio Piscitelli ha vinto la 13esima edizione del Premio Amilcare G. Ponchielli, istituito dal GRIN (Gruppo Redattori Iconografici Nazionale).

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