Scacchiere
di Dante Fasciolo
Ci sono giochi nella vita quotidiana
geometricamente riconducibili ad un quadrato,
tant’è che quando il gioco raggiunge il suo equilibrio
in specie se si tratta di politica
si afferma con un certo sussiego
“abbiamo raggiunto la quadraâ€.
Va con se che ogni giro di parola
ogni frase fatta e rifatta, ogni iperbole verbale,
nonché le contorsioni esplicative,
più affini a movimenti rotatori simil cerchio,
trovano giustificazione in questa nuova forma,
il quadrato, appunto.
Sicuramente la maggior parte delle persone adulte
ha dimenticato le performance
sul quadrato della dama
dove si rincorrevano pedine nere e bianche,
o dove era possibile fare “filottoâ€â€¦
e chissà in quale armadio è finita quella cassettina…
La nostalgia, tuttavia, è sempre dietro l’angolo di casa.
Previdenti, gli uomini che con baldanza
si prendono cura della cosa pubblica sanno dove si trova
e prontissimi riaprono al gioco,
trasformando l’arcano strumento familiare
in una grande scacchiera idonea allo scontro.
Succede un po’ dappertutto: si moltiplicano le pedine,
se ne aggiungono di tutti i colori, si confondono le mosse,
piccoli trucchi, grandi scorrettezze, parole grosse e grasse…
ed ecco che il ritmo si perde nelle musica che stona.
Voraci pedine mangiano senza regole le sorelle,
camaleontici travestimenti irrompono sulla scena.
“No, lo spartito non mi piace più,
mi riprendo la mia cassettina e gioco a dama con altri…â€
I capricci di bambino ritornano anch’essi
con le nostalgie di un tempo ormai trascorso.