Taverna (Catanzaro)
Il Borgo di Mattia Preti
Ai piedi della Piccola Sila
Taverna è il borgo di Mattia Preti, uno dei più significativi interpreti della pittura italiana del Seicento. Le attrattive principali del paese sono legate a lui: suoi capolavori sono custoditi nella ricchissima chiesa di S. Domenico, nel Museo civico, nella chiesa barocca di S. Barbara.
A completare il percorso di visita sono il Museo d’arte contemporanea all’aperto e le Vie delle Poesia, con opere di vari artisti e testi poetici di autori del Novecento sparsi per il paese.
E poi, i dintorni: perché Taverna sorge ai piedi della Sila Piccola, un territorio bellissimo ricoperto di boschi e costellato di laghi dove sorge il centro visita “Antonio Garcea”, complesso con musei, aree e laboratori didattici, punto di partenza per escursioni e passeggiate.
Taverna vede la sua origine nella mitica polis greca Treis-Chenè, fondata da coloni provenienti dalla Grecia in prossimità del mare Ionio.
Si pensa che la città venne distrutta nel X secolo, nel corso di incursioni saracene che spinsero le popolazioni a ritirarsi nell'entroterra, in villaggi più riparati, sulle montagne. Sono ancora visibili i resti di un castello, di una torretta d'avvistamento e della cattedrale, sul monte Paramite di Taverna Vecchia, antica sede dell'Episcopio spostato da Callisto Papa II nel 1122, a Catanzaro.
Avvenne una seconda distruzione di Taverna a causa delle guerre feudali nel 1160 e le lotte tra Aragonesi e Angioini nel 1459 che costrinse la popolazione a trasferirsi nel vicino Casale di Bompignano, qui la città dimorò in maniera stabile, definendo un vasto e ricco territorio che favori la formazione di un governo politico autonomo, gestito da famiglie nobili del luogo, attraverso l'elezione di un Sedile Patrizio e la presenza di svariati Ordini Monastici.
Questo piccolo rinascimento favorì un grande sviluppo economico e sociale ed un vivace ambiente culturale, attivo per tutto il secolo XVI e XVII, ma che scemò agli inizi dell'Ottocento.
Nel corso del XIX secolo, i le alternanze politiche succedutesi alla Repubblica Partenopea, all'insediamento nella città dei Francesi, ai moti Risorgimentali, al brigantaggio, fino all'Unità d'Italia, causarono la perdita dell'autonomia amministrativa e la fuga da Taverna delle famiglie gentilizie e degli Ordini monastici.
"Con gli anni oscuri della prima metà del nostro secolo, drammaticamente segnati dai conflitti bellici, dalla povertà e dalle dissanguanti emigrazioni, la più alta identità storica e culturale della città sarà dispersa in mille rivoli da distruzioni, saccheggi, demolizioni e furti. I frammenti giunti fino a noi, sospinti e irretiti dall'ultima fagocitante evoluzione, stentano ancora ad essere riconosciuti come le vere pietre miliari, necessarie alla costruzione futura di Taverna."