Ispirazione dalle Sacre Scritture
Roma - Berlino - Parigi
Spazialismo Spirituale
In mostra opere di Lucrezia Cutrufo
E' appena terminata presso la Galleria La Pigna di Roma la presentazione della mostra "Spazialismo dell'anima", e già dalla settimana in corso le opere realizzate da Lucrezia Cutrufo spiccano sulle pareti della Galerie Pinna di Berlino (15-23 febbraio) e su quelle della Galerie Mona Lisa di Parigi (11 - 21 febbraio), dove sono presentate dalla Professoressa e critico d'arte **Maria Teresa Prestigiacomo***.
Si tratta di una serie di realizzazioni artistiche la cui ispirazione affonda le radici nelle Sacre Scritture, come afferma l'autrice stessa parlando della nascita del suo movimento cui da il nome di "Spazialismo dell'anima", come di una "confluenza di due filoni: uno spirituale e l'altro pittorico, entrambi presenti nella mia vita sin da quando ero bambina."
Lucrezia Cutrufo è un medico, non un tecnico dell'arte; le sue opere le ha concepite come messaggio da trasmettere che rende visibile nell'interpretazione della parola di Giovanni(1, 4-5): “In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta”.... e (Gv 9): “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo”.
Già qui si comprende il senso della luce, dell'orientamento espresso dai cristalli presenti in tutte le opere.
E' complicato tirar fuori dall'anima emozioni in un modo tale da renderle comprensibili. L'arte figurativa esprime i concetti esplicitamente, attraverso figure, appunto, ma perché sia esattamente compresa per ciò che vuole dire necessita di un terreno comune, tra l'artista e l'osservatore, in cui incontrarsi; occorre cioè avere un vissuto comune di ciò che si intende raffigurare, per interpretare allo stesso modo il soggetto dipinto.
"Le mie opere nascono da riflessioni molto intime, - afferma l'autrice - per cui è difficile per me esprimere esattamente quelle che sono, come le ho definite nel sottotitolo allo Spazialismo dell'Anima, “visioni spirituali”. Io ho vissuto l'inizio di questo mio filone dell'arte informale, la scoperta di questo tipo di espressione, come una grande liberazione dall'immagine attraverso una trasmissione diretta del colore, delle emozioni, della spiritualità direttamente dall'anima alla tela, senza il filtro dell'immagine, senza che occorra incontrarsi ad un certo punto.
Ecco l'Annunciazione: (Gv 1,14) “E il Verbo si fece carne” , e continua: “e venne ad abitare in mezzo a noi”. In realtà, la traduzione letterale dell'ebraico è “in noi”. In quest'opera “in noi” si traduce “in Maria”. Abbiamo l'oro, il bianco, il rosa. L'oro è la luce di Dio, che si irradia in Maria.
La tela è ovoidale, nel senso che raffigura, già nella sua forma, l'uovo fecondato dalla Potenza Creatrice di Dio.
Il rosa è il grembo giovane della giovanissima Maria, di una ragazzina.
Da questa irradiazione e dal suo incontro con l'accoglienza, con il “si” di Maria, nello spazio bianco dell'incarnazione, lì origina la nostra salvezza, lì è il concepimento, lì si incarna il Salvatore del mondo, lì origina la Salvezza.
Ed ecco Maria (Lc 2,35a: “...e anche a te una spada trafiggerà l'anima...”
la stesura del colore, che è espressione della dimensione umana, e la disposizione dei cristalli, che è espressione della dimensione trascendente.
Nelle immagini interiori il bianco è l'anima immacolata della donna Maria, l'azzurro caratterizza meglio la sua esistenza fisica.
L'anima trafitta sprizza dolore, sofferenza, ma senza il peccato originale questo dolore e questa sofferenza sono limpidi, trasparenti.
Ed ecco Cristos: l'evidente simbologia del costato ferito richiama l'attenzione al coagulo di sangue che si nega al colore rosso dell'umano per sottolineare, invece, la natura divina del sacrificio; questa grande ferita di misericordiosa espiazione impressa nella forma dell'ostia assorbe per intero e custodisce la ferita al cuore di maria per ricordare che anche Lei è, come afferma la Scrittura, “figlia del tuo Figlio” , nostra madre e nostra sorella.
Altre interessanti immagini completano questa serie di opere, e possiamo ricordare, per citarne alcune: "Tu mi scruti e mi conosci...", "La matita di Dio", "Passionisti", "Ognissanti", "L'amor che move il sole e l' altre stelle";...e ricordare il sorprendente e positivo impatto che hanno registrato nel folto gruppo di visitatori intervenuti alla prima posa in parete delle opere dello "Spazialismo dell'anima".