#183 - 11 febbraio 2017
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rester in rete fino alla mezzanotte di mercoledi 30 aprile quando lascer il posto al n 363 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA - Nasciamo nudi, umidicci ed affamati. Poi le cose peggiorano - Chi non s ridere non è una persona seria (P. Caruso) - l'amore la risposta ma mentre aspettate la risposta, il sesso pu suggerire delle ottime domande (W. Allen) - Ci sono persone che si sposano per un colpo di fulmine ed altre che rimangono single per un colpo di genio - Un giorno senza una risata un giorno sprecato C. Chaplin) - "Il tempo aggiusta ogni cosa" Si sbrigasse non sono mica immortale! (F. Collettini) - Non muoverti, voglio dimenticarti proprio come sei (H. Youngman) - La differenza tra genialit e stupidit che la genialit ha i suoi limiti (A. Einstein). -
Fotografia

Un'interessante mostra fotografico-ambientale

Casa dei Tre Oci - Venezia

Artico: ultima frontiera

In mostra immagini di tre maestri della fotografia

Paolo Solari Bozzi - Ragnar Axelsson - Cartsen Egevang

L’Artico è il soggetto di un’interessante mostra fotografica rigorosamente in bianco e nero, allestita presso la Casa dei Tre Oci alla Giudecca a Venezia. Tre i fotografi che hanno esposto le loro immagini.

Artico: ultima frontieraArtico: ultima frontiera

La mostra, curata da Denis Curti, direttore artistico dei Tre Oci, vuole mettere in evidenza i problemi ambientali di alcune regioni del mondo, Groenlandia, Siberia Alaska e Islanda, severamente minacciate dall’imminente pericolo del riscaldamento globale.
“In queste immagini- afferma Denis Curti - l’imminenza del riscaldamento globale si fa urgenza, mentre si apre un confronto doloroso in cui l’uomo e le sue opere vengono inghiottiti dall’immensa potenza della natura.
Bellezza e avversità sono i concetti su cui la Casa dei Tre Oci fonda questo progetto, con una mostra che intende riportare l’attenzione sui paesaggi naturali e le tematiche ambientali dei nostri giorni”.

Artico: ultima frontieraArtico: ultima frontiera

Altro fenomeno che viene messo in evidenza è un problema etnico delle popolazioni inuit, che da alcuni anni sono state gravemente penalizzate dalla società occidentale. Una lotta tra natura e una civiltà che vuole imporre ad ogni costo le sue regole. Si tratta di 150.000 uomini che da anni vivono in un’ampia regione del pianeta, costretti in un ambiente alquanto ostile e difficile.
Un tempo questa popolazione sui libri scolastici veniva chiamata “esquimese”, ovvero coloro che fabbricano racchette da neve.

Artico: ultima frontieraArtico: ultima frontiera

Un tempo gli inuit vivevano negli igloo, spariti tutti o quasi dagli anni ’70, ora sostituiti da case o baracche o strutture più mobili.
Un territorio sterminato, siderale quello di codeste popolazioni. Le loro attività vengono effettuate tra cani da slitta, motoslitte, e kayak.

Artico: ultima frontieraArtico: ultima frontiera

La parola artico si riferisce a terra dove c’è l’orso (dal greco arktos, orsa maggiore).
Le 120 immagini della mostra, attraverso tre diverse angolazioni, quelle di tre fotografi, maestri di fotografia, l’italiano Paolo Solari Bozzi (Roma, 1957), l’islandese Ragnar Axelsson (Kòpagovur, 1958) e il danese Cartsen Egevang (Taastrup, 1969) raccontano la vita e i luoghi dell’Artico con la sua natura affascinante e le sue popolazioni.

Artico: ultima frontieraArtico: ultima frontiera

Oltre alle immagini, tre documentari sempre sulle regioni del grande Nord e le sue popolazioni, aggiungono altri interessanti informazioni, destando interesse ed emozione nel visitatore. “SILA and the Gatekeepers of the Artcic”, relizzato dalla regista e fotografa svizzera Corina Gama nel 2015, “Chasing Ice”, diretto nel 2012 dal giovane film-maker americano Jeff Oriowski e, infine, “Ice Hunters”, prodotto nel 2015 da un team ceco-statunitense.

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