#182 - 4 febbraio 2017
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Editoriale

Sciuscià

di Dante Fasciolo

Ci fu un tempo,
che molti di noi non hanno conosciuto
e molti altri ne hanno uno sbiadito ricordo,
in cui molti ragazzi della Napoli affamata
rincorrevano i soldati alleati
per lucidargli le scarpe per qualche spicciolo
o per una tavoletta di cioccolato o altro commestibile.

Qualcuno, ingegnoso si costruì un panchetto
e si stabilì in un angolo della città
ritenuto idoneo per un passaggio di clienti
e lì cominciò ad esercitare un vero e proprio lavoro.

Gli anni passano, l’Italia cambia,
c’è il boom economico e nuove opportunità si affacciano.
Il mestiere di sciuscià non soddisfa più nessuno,
e la metafora del film di Vittorio De Sica
in cui due sciuscià finiscono male
per aver sperato troppo: il possesso di un cavallo,
chiude una narrazione di bisogno e di speranza,
a suo modo romantica e aperta al futuro.

Il nostro vignettista Trojano, in questo giornale,
disegna uno sciuscià che lucida le scarpe a San Lucido,
il santo protettore, appunto, dei lustrascarpe
e si riferisce all’iniziativa della regione Sicilia
che ha indetto un corso per novelli sciuscià.

Apriti cielo, sberleffi e invettive…
Siamo forse tornati ai primi anni quaranta?!
L’Italia è così ridotta male?
I giovani dovranno umiliarsi a fare gli sciuscià?

No. E’ un primo segno tangibile per rispondere
alle esigenze che la tumultuosa crescita italiana
ha lasciato cadere…fin da quando
un intero popolo di contadini lasciò la terra
e corse alla fabbrica affamata di braccia.

Fare lo sciuscià oggi non è da considerasi umiliante,
può ben significare invece l’inizio di scelte
che recuperano ciò che si è perduto nel tempo…
e tutti sanno quanti mestieri manuali
non trovano giovani leve per sopravvivere.
Per malintesa dignità, molti scelgono strade intasate,
soste annuali nelle liste di collocamento,
forse un giorno un comodo mantenimento
che promette un facile reddito di cittadinanza.

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