#182 - 4 febbraio 2017
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di mercoledi 30 aprile quando lascerà il posto al n° 363 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA - Nasciamo nudi, umidicci ed affamati. Poi le cose peggiorano - Chi non s ridere non è una persona seria (P. Caruso) - l'amore è la risposta ma mentre aspettate la risposta, il sesso può suggerire delle ottime domande (W. Allen) - Ci sono persone che si sposano per un colpo di fulmine ed altre che rimangono single per un colpo di genio - Un giorno senza una risata è un giorno sprecato C. Chaplin) - "Il tempo aggiusta ogni cosa" Si sbrigasse non sono mica immortale! (F. Collettini) - Non muoverti, voglio dimenticarti proprio come sei (H. Youngman) - La differenza tra genialità  e stupidità è che la genialità  ha i suoi limiti (A. Einstein). -
Editoriale

Sciuscià

di Dante Fasciolo

Ci fu un tempo,
che molti di noi non hanno conosciuto
e molti altri ne hanno uno sbiadito ricordo,
in cui molti ragazzi della Napoli affamata
rincorrevano i soldati alleati
per lucidargli le scarpe per qualche spicciolo
o per una tavoletta di cioccolato o altro commestibile.

Qualcuno, ingegnoso si costruì un panchetto
e si stabilì in un angolo della città
ritenuto idoneo per un passaggio di clienti
e lì cominciò ad esercitare un vero e proprio lavoro.

Gli anni passano, l’Italia cambia,
c’è il boom economico e nuove opportunità si affacciano.
Il mestiere di sciuscià non soddisfa più nessuno,
e la metafora del film di Vittorio De Sica
in cui due sciuscià finiscono male
per aver sperato troppo: il possesso di un cavallo,
chiude una narrazione di bisogno e di speranza,
a suo modo romantica e aperta al futuro.

Il nostro vignettista Trojano, in questo giornale,
disegna uno sciuscià che lucida le scarpe a San Lucido,
il santo protettore, appunto, dei lustrascarpe
e si riferisce all’iniziativa della regione Sicilia
che ha indetto un corso per novelli sciuscià.

Apriti cielo, sberleffi e invettive…
Siamo forse tornati ai primi anni quaranta?!
L’Italia è così ridotta male?
I giovani dovranno umiliarsi a fare gli sciuscià?

No. E’ un primo segno tangibile per rispondere
alle esigenze che la tumultuosa crescita italiana
ha lasciato cadere…fin da quando
un intero popolo di contadini lasciò la terra
e corse alla fabbrica affamata di braccia.

Fare lo sciuscià oggi non è da considerasi umiliante,
può ben significare invece l’inizio di scelte
che recuperano ciò che si è perduto nel tempo…
e tutti sanno quanti mestieri manuali
non trovano giovani leve per sopravvivere.
Per malintesa dignità, molti scelgono strade intasate,
soste annuali nelle liste di collocamento,
forse un giorno un comodo mantenimento
che promette un facile reddito di cittadinanza.

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