Dalla penna di Jacovitti
Irascibile Cocco Bill
surreale, improbabile, smaccatamente comico
ha mietuto fans di ogni etÃ
di Giada Gentili
Ehi, c'è qualche "matusalemme" che si ricorda Cocco Bill?
(dalla penna o matita o pennarello di Jacovitti).
Il Far West in cui sono ambientate le avventure di Cocco Bill è la somma degli elementi dell'immaginario collettivo film e fumetti western, resi nel tipico modo assurdo e folle di Jacovitti.
Quasi sempre Cocco Bill si trova ad affrontare una banda di malviventi, comandati da un capo cattivissimo con cui alla fine avrà luogo la resa dei conti.
Non capita di rado di incontrare gli indiani Ciriuà cchi e i Piedi Neri, nativi americani la cui strana lingua, alla lettura, suona come un simil-napoletano, per esempio ahó viscepà , iovoio quaiò! oquaiò kaimagnà !, cioè, ehi, viso pallido, io rivoglio il quaglione che hai mangiato).
Altri elementi ricorrenti sono gli sceriffi, dai modi duri ma più o meno imbranati, la rissa nel saloon, l'assalto alla diligenza, il tentativo di linciaggio, e mille altre situazioni su cui Jacovitti si diverte a improvvisare.
Di tutti i fumetti di Jacovitti, Cocco Bill è sicuramente il più violento.
E' l'adesione allo stereotipo che lo esige: il west è ritratto in tutta la sua durezza, con la legge del più forte a farla da padrone.
Se nel saloon Cocco Bill viene deriso mentre sorseggia la sua camomilla, risponde con un pugno talmente forte da far schizzar via tutti i denti dell'importuno.
L'avventore che si ripara dalla pioggia di denti con un ombrello, i dadi e i rocchetti che volano via insieme ai denti, i mille ghirigori formati dalle linee cinetiche del pugno prima di arrivare a destinazione, cambiano completamente il senso negativo della scena, trasformandola in gag.
Una violenza tanto esagerata da risultare comica è spesso presente nei cartoni animati e nei fumetti, come succede in Tom & Jerry. In Cocco Bill è estremizzata in modo magistrale, poiché amputazioni, sparatorie mortali, pugni, calci, schiaffi e martellate, grazie alla mancanza assoluta di sangue e all'aiuto di espedienti grafici sdrammatizzanti, non risultano mai scioccanti bensì divertenti.
Un esempio emblematico sono le amputazioni, che sono rappresentate in modo molto più simile al taglio di un salame (insaccato che evidentemente Jacovitti amava molto, poiché lo rappresentava spesso nelle tavole, dotato spesso di piedi) che non ad un arto umano.
Tutto questo mi fa venire in mente i film della serie "Trinità " con Bud Spencer e Terence Hill inventati dalla mitica coppia del cinema italiano Barboni-Zingarelli. E' il west che piace a me, un luogo quasi surreale, improbabile, smaccatamente comico che pur non essendo di origini nostrane, ha mietuto fans di ogni età .
Potrei forse affermare che Barboni si è quasi ispirato al maestro Jacovitti?
Ma di Jacovitti mi piace ricordare la morte di lui e della moglie: muore lui e poche ore dopo l'amatissima moglie ("Un amore d'altri tempi", disse la figlia Silvia). Lui aveva 74 anni, lei, Lilli, 72. E' morta d'infarto, non ha retto alla perdita dello sposo....pare quasi una favola, un mito, una leggenda, un episodio di un romanzo d'appendice (particolare: Lilli preferiva leggere Topolino alle sue strisce. Un dettaglio che piace sottolineare). Viva Cocco Bill!