L'onorevole Tarzan
di Giada Gentili
La storia è una parodia delle avventure di Tarzan, che presenta un uomo della giungla decisamente imborghesito, con moglie e figlioletto a carico, mentre al contempo presiede una giungla piena di belve e di esseri più o meno mostruosi, nonché di cacciatori bianchi di varie forme e inclinazioni.
La narrazione è costellata di proverbi assurdi e di apparizioni fuori trama dello stesso Jacovitti, che si rappresenta come uno spilungone che porta sopra il camice una lisca di pesce.
Nato nel 1948, che non è “re”, ma “primo ministro”. Al suo fianco, prima donna Sora Gei una parodia di Jane Porter, la sposa di Tarzan nei libri originali e adattamenti cinematografici.
Quanti onorevoli nel cinema, nella letteratura....(penso a "L'onorevole Peppone").
Ci si consola così: ridendo, satireggiando, mettendo in berlina....la consolazione dei poveri, si dice.
Tant'è: non sfugge questo onorevole Tarzan del secondo dopoguerra dove veri artisti avevano già intravisto le disgrazie del nostro paese.
Ripenso spesso a Longanesi e Flaiano, ma anche a Dino Buzzati che in piena guerra scrisse "Il deserto dei Tartari" o a Tommaso Landolfi col suo "Racconto d'autunno" o al grande giurista Salvatore Satta e il suo "De profundis".
Sempre più una stagnante palude il nostro piccolissimo paese con le sue gloriose impennate (penso alla scuola di Amatrice costruita in due settimane) che paiono sempre più urla dal silenzio, un paese omogenaizzato dai grandi media al servizio di un Potere irrimediabilmente lontano dalla diakonia e sempre più avvinghiato agli interessi personali.
Rileggiamo Jacovitti e il suo Tarzan imborghesito, per favore.