#164 - 29 agosto 2016
AAA ATTENZIONE - Questo numero rimarrà in rete fino alla mezzanotte del 19 aprile, quando lascerà il posto al numero 350. Ora MOTTI per TUTTI : - Finchè ti morde un lupo, pazienza; quel che secca è quando ti morde una pecora ( J.Joyce) - Lo sport è l'unica cosa intelligente che possano fare gli imbecilli (M.Maccari) - L'amore ti fa fare cose pazze, io per esempio mi sono sposato (B.Sorrel) - Anche i giorni peggiori hanno il loro lato positivo: finiscono! (J.Mc Henry) - Un uomo intelligente a volte è costretto a ubriacarsi per passare il tempo tra gli idioti (E.Hemingway) - Il giornalista è colui che sa distinguere il vero dal falso e pubblica il falso (M. Twain) -
Pagine Preziose

Il poeta tra le rovine. Fra ‘civiltà di massa’ e ‘morte dei valori’ una via oltre la modernità.

Antologia di poesia italiana contemporanea

E piove in petto
una dolcezza inquieta

A cura e prefazione di Roberto Pasanisi
Edizioni Istituto Italiano di Cultura di Napoli

Più in generale, come già aveva compreso Platone, antesignanamente ponendosi in una prospettiva di ‘psicologia del profondo’. I messaggi martellanti e spesso subliminali inviati dal potere occultamente piegano l’individuo agli imperativi del sistema: non è necessario che egli ne segua razionalmente e alla lettera le direttive; è bensì sufficiente che, da un lato, si assuefaccia ai valori del potere, registrandoli inconsapevolmente nel suo Inconscio, abituandosi ad essi e a considerarli normali per quanto deprecabili; che, dall’altro, trovi una giustificazione ideologica al suo agire conforme agli imperativi del capitale. Il cinema e la televisione costituiscono due fra i canali maggiormente privilegiati dal sistema dominante per imporre alle masse la propria ‘visione del mondo’.

Sensibili sono, in tutto questo, le analogie col Trecento, di cui sembrano ciclicamente riprodursi, sia pure in una prospettiva assai più ampia e complessa, tanto il terremoto ideologico e culturale quanto la progressiva estensione della categoria dell’ ‘economico’; ma l’alienante drammaticità d’una condizione in cui il valore dell’uomo è legato ai suoi chrémata era già dolorosamente avvertita dalla cultura greca arcaica, da Teognide fino all’Anonimo dell’Athenaíon politeía.

In tutto questo emerge il drammatico straniamento di un’umanità che ha smarrito l’armonia fra ánthropos e physis, che era stato uno dei più profondi insegnamenti lasciati in eredità dal mondo classico alle generazioni a venire, e che è il cuore dell’Umanesimo. L’uomo moderno insomma, per usare una categoria ideologica della cultura greca arcaica, si è macchiato di hybris, valicando con folle ‘tracotanza’ i suoi limiti e sconvolgendo il naturale ordine delle cose, che ora inesorabilmente gli si rivoltano contro, di giorno in giorno più minacciose.
D’altra parte, i ‘valori’ effettivamente rappresentano un elemento irrinunciabile per la sopravvivenza psichica dell’uomo.

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