#164 - 29 agosto 2016
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di DOMENICA 31 AGOSTO quando lascerà  il posto al numero 366. - BUONE VACANZE A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Pagine Preziose

Il poeta tra le rovine. Fra ‘civiltà di massa’ e ‘morte dei valori’ una via oltre la modernità.

Antologia di poesia italiana contemporanea

E piove in petto
una dolcezza inquieta

A cura e prefazione di Roberto Pasanisi
Edizioni Istituto Italiano di Cultura di Napoli

Più in generale, come già aveva compreso Platone, antesignanamente ponendosi in una prospettiva di ‘psicologia del profondo’. I messaggi martellanti e spesso subliminali inviati dal potere occultamente piegano l’individuo agli imperativi del sistema: non è necessario che egli ne segua razionalmente e alla lettera le direttive; è bensì sufficiente che, da un lato, si assuefaccia ai valori del potere, registrandoli inconsapevolmente nel suo Inconscio, abituandosi ad essi e a considerarli normali per quanto deprecabili; che, dall’altro, trovi una giustificazione ideologica al suo agire conforme agli imperativi del capitale. Il cinema e la televisione costituiscono due fra i canali maggiormente privilegiati dal sistema dominante per imporre alle masse la propria ‘visione del mondo’.

Sensibili sono, in tutto questo, le analogie col Trecento, di cui sembrano ciclicamente riprodursi, sia pure in una prospettiva assai più ampia e complessa, tanto il terremoto ideologico e culturale quanto la progressiva estensione della categoria dell’ ‘economico’; ma l’alienante drammaticità d’una condizione in cui il valore dell’uomo è legato ai suoi chrémata era già dolorosamente avvertita dalla cultura greca arcaica, da Teognide fino all’Anonimo dell’Athenaíon politeía.

In tutto questo emerge il drammatico straniamento di un’umanità che ha smarrito l’armonia fra ánthropos e physis, che era stato uno dei più profondi insegnamenti lasciati in eredità dal mondo classico alle generazioni a venire, e che è il cuore dell’Umanesimo. L’uomo moderno insomma, per usare una categoria ideologica della cultura greca arcaica, si è macchiato di hybris, valicando con folle ‘tracotanza’ i suoi limiti e sconvolgendo il naturale ordine delle cose, che ora inesorabilmente gli si rivoltano contro, di giorno in giorno più minacciose.
D’altra parte, i ‘valori’ effettivamente rappresentano un elemento irrinunciabile per la sopravvivenza psichica dell’uomo.

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