Pontificia Università Lateranense
Pontificia Università Antonianum
Economia ed etica personale per difendere l’ambiente
Una Giornata per il Creato
la Diocesi di Roma ha celebrato per la prima volta in modo ufficiale la Giornata per la Custodia del Creato.
Un convegno per riflettere sui delicati legami che uniscono le questioni ambientali, la dottrina economica, il sistema industriale e gli stili
“Celebrare per la prima volta la Giornata per la Custodia del Creato nella Chiesa di Roma significa inviare un forte appello alle coscienze e alle istituzioni della città a investire su un ambiente più sano per il bene fisico e spirituale nostro e delle future generazioni" afferma Mons. Andrea Manto, direttore del Centro per la Pastorale sanitaria del Vicariato di Roma . "La sfida dell’uomo contemporaneo è riuscire a passare dall’idea di un antropocentrismo ‘assoluto’, che lo vede signore assoluto del Creato, che può disporre a piacimento di tutte le creature, ad una nuova concezione che i teologi definiscono antropocentrismo ‘di relazione’ e che vede la signoria dell’uomo come custodia illuminata.
"Dobbiamo riuscire a superare la tendenza che ci porta a concepire il Creato non come un unicum ma piuttosto come un insieme di tante realtà distinte e non in relazione fra loro” dichiara Alfonso Cauteruccio, presidente dell’associazione di giornalismo ambientale Greenaccord, che ha collaborato all'iniziativa.
Con queste riflessioni si è aperto il convegno “Custodire il Creato. Etica e tecnologia per un ambiente più sano”, organizzato dalla Diocesi di Roma, alla Pontificia Università Antonianum, “Evento non casuale - ha spiegato mons. Andrea Manto, perché coincide con la decisione della diocesi romana di sviluppare un cammino che coinvolga tutte le realtà attive in questo settore, per essere segno di pace e di speranza e lavorare insieme alla costruzione del bene comune”.
Simbolico è anche il giorno in cui si è deciso di celebrare l’evento. Il 3 ottobre segna l’anniversario della morte di San Francesco, santo ecologista per eccellenza. “Frate Francesco - ricorda il sindaco di Roma, Ignazio Marino in un messaggio agli organizzatori - amava dire ‘cominciate col fare il necessario, poi ciò che è possibile e all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile’. Per tutelare la Natura per difendere il nostro futuro, abbiamo il dovere di invertire la rotta e iniziare un vero cambiamento. Discutere e approfondire in ogni modo questi temi è quindi fondamentale”.
Nei loro interventi i relatori presenti all’incontro hanno concentrato l’attenzione sulle sfide ambientali più urgenti alle quali devono far fronte uomini, comunità, istituzioni e sistema economico e produttivo. “Nel frenetico processo di creazione di catene di prodotti nell’ecomosfera - ha ad esempio osservato l’economista ecologico Andrea Masullo, presidente del Comitato scientifico di Greenaccord Onlus - l’uomo ha dimenticato la catena che lo lega alla biosfera. Comincia a considerare la biosfera come serbatoio di risorse e luogo dove riporre gli scarti. Sostanze tossiche, radioattive, gas-serra, che rischiano di compromettere l’integrità di servizi ecosistemici essenziali alla sopravvivenza quali la stabilità del clima, la rigenerazione di acque potabili, il mantenimento della fertilità dei suoli, la biodiversità. In questo modo l’uomo e l’economia escono dalla logica ciclica della biosfera, sempre protesa al perfezionamento ed alla ricerca della massima efficienza ed entra in una logica lineare protesa alla massima opportunità da cogliere subito. Da questo nasce l’inquinamento dell’ambiente. Le attività economiche escono da una dimensione di responsabilità e nel parossismo consumistico che caratterizza il nostro tempo l’economia abdica dalla sua funzione etica di regolazione, mantenimento e distribuzione dei beni, per la produzione di benessere, e diviene schiava delle leggi del mercato, della finanza e del consumo, dove l’uomo è solo un consumatore di beni e non più un utilizzatore di risorse, e l’ambiente è solo un fattore esterno della produzione dei beni”.
“La questione ambientale – ha osservato Mons. Andrea Manto nelle conclusioni del convegno - non potrà mai essere risolta senza l’impegno di ognuno di noi. È necessario educarci ed educare a una nuova coscienza del rapporto tra l’uomo e la natura e sostenere l’impegno di tutti specialmente quello del volontariato e delle organizzazioni no profit nel collaborare a una sensibilizzazione di tutti rispetto a queste tematiche”.