#156 - 25 aprile 2016
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Ambiente

Lotte in difesa dell'ambiente

Assegnati anche riconoscimenti per ogni continente

Goldman Environmental Prize

Una nota di Veronica Lea

Maxima Acuna, una contadina peruviana analfabeta che ha sconfitto un colosso minerario per difendere il suo territorio, è la vincitrice 2016 del Premio Goldman per l’Ambiente, il Nobel dell’ecologia, per il sud e centro America.
La Acuna ha vinto il prestigioso riconoscimento per essersi opposta con successo ad un colosso minerario che voleva scavare una miniera d’oro vicino al suo campo e prosciugare un lago, che lei usava per irrigare i campi, per farne una discarica di rifiuti tossici. Maxima, insieme agli altri cinque vincitori delle diverse categorie, hanno ricevuto l’onorificenza a San Francisco.

Goldman Environmental Prize

Gli altri vincitori sono: Zuzana Caputova, slovacca, avvocatessa madre di due figli, che ha guidato una campagna che è riuscita a fare chiudere una discarica di rifiuti tossici che avvelenava la sua cittadina.
Pezinok. Leng Ouch, in Cambogia, ha documentato sotto copertura il taglio illegale degli alberi e ha denunciato la corruzione nelle concessioni pubbliche di terreni, costringendo il governo a cancellarne molte. A Baltimora, negli Stati Uniti, Destiny Watford ha guidato la rivolta dei residenti contro un progetto per la costruzione del più grande inceneritore del paese, a meno di un miglio dal suo liceo.
Luis Jorge Rivera Herrera, di Puerto Rico, è stato il leader di una campagna popolare che ha portato alla creazione di una riserva naturale nel Corridoio ecologico nordorientale, importante luogo di riproduzione per le tartarughe marine.
Infine, in Tanzania, Edward Loure, un Masai laureato in management, è riuscito ad ottenere vaste concessioni di terra alle sue comunità, evitando loro di essere cacciate per far posto a parchi nazionali e permettendo loro di continuare a vivere secondo tradizioni ancestrali.

L’edizione 2016 del Goldman Environmental Prize - prosegue la nota di Veronica Lea - è stata assegnata a un mese e mezzo dall’uccisione in Honduras di Bertha Caceres, l’ecologista indigena che aveva vinto il premio nel 2015 per la sua lotta contro il progetto di una mega-diga. La Cáceres era stata assassinata da uomini armati di pistole che avevano fatto irruzione in casa sua nel cuore della notte e le avevano sparato numerosi proiettili, uccidendo lei e ferendo il fratello. Gli assassini erano riusciti a scappare prima dell’arrivo delle forze dell’ordine e non sono ancora stati identificati. L’attivista era stata insignita del Goldman Prize l’anno scorso per aver guidato una protesta contro la costruzione di una grande centrale idroelettrica nel bacino del fiume Gualcarque che avrebbe privato dell’acqua le popolazioni locali. Il progetto affidato alla società locale Desa era stato finanziato con fondi provenienti dall’industria delle armi; lei era riuscita a trovare nuovi finanziatori e a salvare la popolazione locale, prima che qualcuno decidesse di mettere fine alla sua vita.

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