Sezione CAI di Reggio Emilia
Il rifugio "Cesare Battisti"
Ristampato il libro del 1925 di Pietro Montasini
Il Rifugio "Cesare Battisti" a Lama Lite, tra il Cusna e il Monte Prado, oltre ad essere una delle eccellenze del Parco Nazionale dell'Appennino tosco-emiliano, ha una storia complessa, che va anche al di là del suo valore come rifugio.
Ricostruito completamente nel 1970 dalla Sezione reggiana del Cai, che ne è tuttora proprietaria, ampliato con una nuova ala nel 2007, in realtà vide la luce nel 1925, realizzato dall'Uoei, Unione operaia escursionisti italiani. L'aggettivo "operaia" non era casuale nel nome dell'associazione (ancora viva in alcune province italiane). Era una associazione che aveva lo scopo di avvicinare alla montagna non solo le elites che fin dall'800 avevano praticato l'alpinismo, ma anche i ceti popolari.
A Reggio Emilia animatore dell'Uoei, e propugnatore della realizzazione del rifugio, fu Pietro Montasini, nato nel 1901, repubblicano e figura di spicco dell'antifascismo reggiano, che poco tempo dopo la costruzione del Rifugio fu costretto - per le sue idee - ad espatriare in Francia. In occasione dell'inaugurazione Montasini, che era anche giornalista ed ottima penna, scrisse il volumetto (stampato dalla Cooperativa Lavoranti Tipografi) che raccontava la storia della costruzione del Rifugio a Lama Lite, allora località molto impervia da raggiungere. Un testo interessantissimo, che spiega non solo le peripezie della costruzione, ma anche lo spirito con cui l'Uoei lo volle realizzare.
E fa bene Iglis Baldi (direttore del giornale del Cai reggiano Il Cusna), che ha promosso e curato la ristampa, a ricordare nella presentazione le parole di Pietro Montasini: "Un Rifugio deve essere utile al maggior numero possibile di persone; (.....) deve sorgere dove il bisogno è più sentito, dove le comodità oggi esistenti sono minori, dove i pericoli sono più frequenti".