Hercules-Il guerriero. L’unica divinità è Irina Shayk
di Giada Gentili
Da un film con The Rock protagonista non mi potevo certo aspettare un lavoro fantasy intellettualoide, alla “Star Wars”. Andandoci con tutte le precauzioni del caso: una buona compagnia per ridere delle scene più forzate (o forzute, e comunque spesso le due cose combaciavano), nessuna pretesa di guardare ricostruzioni storiche dell’epoca, anche perché gli americani e le ricostruzioni storiche, che si tratti di antica Roma o Grecia, sono distanti quanto la sottoscritta e Jared Leto, infine con l’intenzione di trascorrere semplicemente una serata davanti al grande schermo, Hercules-Il guerriero, può fare al caso vostro. Va detto che il film è ispirato ad una graphic novel (romanzo a fumetti, traduzione per i non-nerd), quindi le immagini eccessive, la cromaticità seppia che ricorda “300”, sono giustificate dalle base su cui si è pensato il film stesso.
La storia mira a distruggere quell’aurea di dio-semidio che appartiene da secoli ad Hercules, per trasformarlo semplicemente in un umano dalla forza spropositata. Che poi, effettivamente, è quello che rappresenta The Rock, alias Dwayne Johnson, nella storia del cinema. Notevoli un paio di effetti sorpresa durante le scene d'azione, ma regia un po’ troppo carta carbone con “Il signore degli anelli”. Bret Ratner ha guardato troppe volte i film di Peter Jackson, mentre il legame di Hercules con la famiglia è la parte riuscita meglio. Non a caso il signor Ratner è stato anche il regista del dolcissimo “The Family Man”, il film con Nicolas Cage che la tv ripropone ogni 24 dicembre da quando ho memoria del Natale.
L’unico mito che non è stata distrutto dal film è Irina Shayk, top model e fidanzata di Cristiano Ronaldo. Se pensate di andare al cinema con il vostro ragazzo per dimostrargli che la Shayk “sarà pure bellissima, ma non sa recitare” lasciate stare. La modella è stata così furba che si è fatta dare due battute (proprio due) in tutto il film,poi appare nuda per qualche secondo e viene inquadrata in un paio di scene in primo piano. Insomma, niente errori. Peccato, è stato uno dei motivi per cui ho pagato il biglietto.