Fabriano (Marche)
Santa Maria d'Appennino
di Dante Fasciolo
L’Abbazia benedettina di S.Maria d’Appennino è certamente la più antica tra tutte quelle collocate tra li Monte Catria e il Monte Cucco è anche quella che fu fondata più in alto di tutte, forse dallo stesso S. Romualdo intorno al 950.
Ebbe la prima sede sul valico dell’Appennino, nella parte alta a sinistra di chi transita per il valico di Fossato, verso Fabriano, a 832 m.s.l.m., a fianco del “diverticulum Ab Helvillo Anconam” in località che ha conservato a tutt’oggi, dagli agricoltori di Campodiegoli, il toponimo di “Monastio“.
La primitiva sede rimase in uso sino alla metà circa del XII sec. dopodiché i monaci lasciarono la vecchia sede delle alture e aprirono un nuovo monastero nella valle sottostante, in località detta Abbazia nelle Marche, dalla parte di Fabriano presso le cascate del Fiume Giano dove sbocca la galleria ferroviaria al di sotto degli Appennini, poco prima di Cancelli.
E’ il primo monastero dell’Appennino dell’Alta Umbria, forse anteriore anche al cenobio di Fonte Avellana. Era benedettino e dedicato alla Madonna “Santa Maria d’Appennino”. I religiosi vestivano di nero e vivevano secondo la regola del Patriarca dei monaci d’occidente, **S. Benedetto da Norcia **(480-547). Intorno a loro nacquero le attività tipiche dell’economia benedettina come l'”hospitale Sancti Laurentii“, il “molendinum S. Laurentii“, una chiesa e una villa che sorgeva “in pede roche*” (rocca), presumibilmente ubicata sul monte dall’omonimo nome.
Se nel 1264 (come si ricava da una lapide nella villa Serafini di Albacina) furono apportati al nuovo monastero nella valle notevoli restauri, possiamo pensare con una certa probabilità che i monaci vi si trasferissero un secolo prima, almeno intorno al 1150 ma è una congettura non suffragata sufficientemente nemmeno dalla costruzione del monastero ormai in gran parte decaduto in fondo valle.
Una bolla di Adriano VI del 1156 ci avverte che il Papa prende sotto la sua diretta protezione il monastero di santa Maria D’Appennino e i suoi possedimenti.
Il 27 luglio 1441 con bolla papale Eugenio IV unì in perpetuo le rendite di S.Maria d’Appennino alla Collegiata (ora Cattedrale-Basilica) di S.Venanzo di Fabriano: essa infatti non aveva rendite sufficienti per alimentare 20 fra preti e chierici destinati all’ufficio divino. Perduta l’indipendenza economica, il monastero andò verso la decadenza l’abbandono e la fine.
L’importanza di S.Maria d’Appennino è testimoniata anche dalle numerose opere d’arte che custodiva, capolavori del Maestro di S.Biagio in Caprile (Campodonico) sec. XIV e Allegretto Nuzi sec.XIV massimi esponenti della importantissima scuola pittorica del trecento fabrianese. Il definitivo crollo del Monastero avvenne dopo un abbondante nevicata il 30 dicembre 1982.
Di tale edificio e degli edifici collegati e citati non rimane oggi alcuna traccia.